E’ iniziata impercettibilmente, la mia stagione (un po’) triste. Un gennaio lungo, un inverno grigio ed i sensi che andavano pian piano in letargo.
M’è salita una specie di torpore, un bisogno di lentezza, ma mi sentivo anche un po’ abbattuta, perché guardavo “il mondo dell’internet” e lì mi sembravano sempre tutti caricati a molla. E lo so che l’apparenza inganna, però ognuno ha i suoi punti di riferimento ed anche io ho i miei.
Da una parte i “guru”, quelli che ti offrono lezioni su marketing e argomenti correlati, che ti dicono sempre cosa devi fare e cosa non devi fare e ti spiegano perfino cosa sia giusto pensare e tu dici: “Cavolo, dovrei ascoltarlo!”, solo che le “lezioni” sono talmente tante che ad un certo punto il livello di saturazione esonda.
Dall’altra i profili social delle persone che seguo ammirata, per come sono, per quello che fanno, per come lavorano e sembravano tutti non aver mai la necessità di staccare.
Per staccare non intendo prendersi un’oretta libera o una giornata, intendo proprio allontanarsi da sè e guardarsi dall’esterno. Che quando sei una one woman brand come me, l’identità e il lavoro in gran parte di sovrappongono e per staccare dal lavoro bisogna farsi un viaggetto lontani da sé.
Io invece, ne avevo già parlato QUI, ogni tanto ho bisogno di svuotarmi.
Voglio dirvi la verità, mi sentivo anche un po’ in colpa a cercare il vuoto. Mi sembrava quasi di rinnegare tutto il “pieno” che mi impegno a costruire giorno dopo giorno dopo giorno con passione e fatica.
Per fortuna però avevo letto un libro sull’Hygge e avevo fatto lunghi pensamenti sulla ricerca della serenità. Ormai lo saprete tutte bene cos’è l’hygge, ne han parlato in lungo ed in largo: è una parola danese che indica tutte quelle piccole cose che creano la felicità ed il benessere. Una torta, una candela, una cena tra amici…
Se c’è una lezione che ho imparato nel tempo e di cui faccio tesoro è quella di pormi in ascolto di me stessa e di allinearmi con la mia “voce interiore”. Se la vocina mi dice: “Anna, fermati!”, è davvero il caso che l’ascolti, altrimenti m’incasino. La vocina mi diceva: “Anna, fermati! Svuotati e riempiti di quelle piccole cose che ti fanno semplicemente felice”.
E così ho fatto. Mi sono fermata, mi sono coccolata e pian piano, come mi ero addormentata, mi sono risvegliata. E’ stato bellissimo perché era già quasi primavera, il cielo aveva perso un po’ di quel bianco lattiginoso tipico dell’inverno e le idee sbocciavano colorate come le primule rosse e gialle che mi ha regalato mia suocera, e turgide e candide come le orchidee del mio vicino.
Tutte queste coccole, mi han fatto venire voglia di coccolare anche voi (se mi seguite, già ve ne siete accorte) ed ora ho un progetto grande e speciale che vi presenterò la settimana prossima.
Ma intanto vi passo la mia personalissima ricetta di hyggosità in stile Tuli, fatta di lentezza e spensieratezza. Serve per prendere le distanze dal rumore e dall’ingombro di tutto quello che abbiamo intorno, ma che non ci serve davvero. E’ semplice, una lunga lista in ben DUE punti (!!!) e riguarda soprattutto il TEMPO.
MENO TEMPO ON-LINE. Qua mi rivolgo soprattutto a chi, come me, on-line ci lavora. A volte è davvero difficile capire dove finisce il lavoro e dove comincia il cazzeggio. E’ un attimo e i “5 minuti che rispondo ad un’email” e i “5 minuti che controllo le spedizioni” si trasformino in ore di foto di gattini pucciosi, di discussioni avvelenate sui vaccini e di video demenziali ma che mi fanno riderissimo di SIO, l’idolo dei tulifigli. Come impedire che il cellulare diventi un’estensione naturale della mia mano? Ho disinstallato molte app, soprattutto facebook e messenger, ho installato SelfControl (che blocca le funzioni e le app che vuoi tu per il tempo che vuoi tu). Rispondo alle e mai 1, massimo 2 volte al giorno ed in quel frangente guardo i social, siti e blog. Così ho anche meno tempo per leggere ascoltare i guru e guardare cosa fanno i miei “idoli”. Mi son data dei paletti, insomma e mi trovo benissimo, tanto che ora aspetto l’uscita del LightPhone, per passare i weekend e le serate davvero web free, senza timore di perdere nulla.
PIU’ VITA OFF-LINE. Chè non è mica matematico che se riduci il tempo passato on-line, automaticamente migliora la qualità di vita off. Che se invece di avere il cellulare in mano, lavo, stiro e stendo, non è che sia poi tutta questa vita. Più pulita, ecco, ma non proprio gioia e gaudio. Quindi mi son chiesta: quali piccole cose hyggose posso aggiungere al mio solito quotidiano? Una non è stata proprio piccolissima, perché sono andata a Parigi, viaggio deciso su due piedi, prenotando Thello, che passa alla sera per Vicenza ed arriva dritto in centro a Parigi alla mattina. Ho organizzato una rimpatriata tra vecchie amiche, che era un pezzo che non facevamo un’uscita solo noi. Mi sono ri-iscritta a yoga, che mi piaceva tanto anni fa, poi avevo smesso per un infortunio e poi l’ho lasciato lì, come un desiderio sospeso e rimandato troppo a lungo. E poi col Tulimarito ed una coppia di amici, abbiamo dato inizio ad un appuntamento mensile, la “serata giochi in scatola uomini contro donne”. Vi dico solo che io e la mia amica Roby ci siam fatte la maglietta da partita uguale (questa, in versione verde menta) e che io e suo marito ci scanniamo animatamente, ma sempre col sorriso, perché siamo avversari sportivamente competitivi.
E poi, anche se non riesco proprio tutti i giorni, cerco di ritagliarmi qualche minuto in cui FACCIO ATTENZIONE e MI PRENDO CURA. Lo so che tutte “ci prendiamo cura” e sicuramente in molte lo fate meglio di me, che sono a volte di corsa o distratta.Mi capita di fare le cose solo perché vanno fatte, ma inserendo il pilota automatico. Da qualche tempo invece ne faccio meno, ma ci metto attenzione e consapevolezza. Ci provo, insomma, ad applicare la mindfulness. E cerco, dove posso, che ci sia il sapore di coccola: di me, delle persone a cui voglio bene, delle cose a cui voglio bene. Coltivare piccoli gesti di bellezza per me e per i miei cari, mi fa bene. Dedicare del tempo ad un angolo di casa che poi quando ci posi l’occhio ti fa sorridere. Preparare con molta complicità qualche attività nuova e “segreta” coi miei figli. Scrivere il mio diario “One line a day”, un piccolo diario che dura 5 anni, che ogni anno si ricomincia e che mi aiuta a mettere a fuoco. Andare a bere lo spritz con mio marito. Perfino le mie piante, (che ho sempre detto di avere il pollice nero col teschio tatuato sopra), non sono mai state bene come adesso.
Insomma, svuotare da una parte, per riempire dall’altra, così anche la parte svuotata diventa sempre più autentica e serena.
E voi, avete bisogno di staccare?
momokologie dice
Che bello questo articolo ne avevo bisogno! Ti dico grazie, ma grazie dal cuore perché sembra di aver parlato con un’amica, di aver preso un tè insieme e dopo questa “chiacchierata” mi sento davvero meglio! Tutto ciò che dici è vero e utilissimo. Applicherò la tua lista in due punti d’ora in poi 🙂
Continua a scrivere articoli così belli perché passare per il tuo blog davvero migliora le giornate e dà una boccata di aria fresca e spontaneità in questo mare infinito che è il web.
tulimami dice
Oh ma facciamo come se il tè lo avessimo bevuto veramente! Ho una bella teiera giapponese bianca e un infuso profumatissimo qui accanto…
thetwomoon dice
Certo, ho spesso bisogno di staccare. Le mie giornate sono piene e impegnative, spesso sono sopraffatta da mille eventi, tutti da gestire e mi accorgo di prendere sbagliate decisioni.
Quest’ultima settimana ho addirittura detto di no a due collaborazioni stressanti (gratuite, tra l’altro) e mi pare strano!
Io che dico no! Ma stiamo scherzando?? e intanto l’ho fatto e mi sento più libera. Ho deciso che quando mi sento dentro una pentola a pressione, più che staccare la spina, rivalutare un pò le situazioni e decidere se proseguire o cambiare direzione!!
Un abbraccio!!
tulimami dice
Mi sembra un ottimo sistema! Selezionare e fare, per quanto possibile, scelte in linea con noi. Un abbraccio più libero a te!
Annalisa Guarelli Pedrina dice
Sfondi una porta aperta con me! Io ho staccato anni fa…. troppa “toda gioia e toda beleza” nel web. Mi sono crogiolata nelle mie sfighe e forse adesso riprenderò a scrivere qualcosa. Ma forse no. Comunque gli aperitivi col marito non ho mai smesso di prenderli!
tulimami dice
ehehehe io ho il piccolo “problema” che mi sento brilla anche solo con uno spritz! Forse sono astemia… però ci sono un sacco di altre robe analcoliche! Un bacio a te e salutami figlia e marito!
Francesca Campanella dice
La ricerca del vuoto (che tra l’altro spesso è anche una mia necessità) è anche il tema dell’ultimo libro di Chiara Gamberale, una specie di favola illustrata…. e il fatto che questo tema in questi giorni mi rincorra lo vedo significativo… se io non mi ascolto e non mi accorgo di dover rallentare poi mi viene la febbre e il corpo me lo impone 😀
Anna dice
Ma dai… non lo sapevo, voglio leggerlo allora. Anche secondo me è un segnale significativo e positivo. Grazie per l’informazione Francesca!
betaobetty dice
Rispondo alla tua ultima domanda: negli ultimi mesi (anno, anno e mezzo?) spesso e volentieri.
E concordo anche con tutto il resto, anche se, come con tutte le “mode”, adesso vien fuori che io sono molto hygge, ma è da taaaaanto tempo che lo sono e suggerisco piccoli momenti, piccole cose, piccole lentezze, nel blog. Ero di moda prima che fosse di moda, insomma! 😀 (è un po’ come lo scrapbooking, quando è esploso, io ho scoperto che era una tecnica che mettevo in pratica da anni 😀 ).
tulimami dice
Ahahaha hai ragione! Come dici tu non c’è nulla di nuovo, in realtà, e tu hai da sempre sottolineato l’importanza delle piccole cose. Tutto questo parlare di hygge, però, credo sia comunque molto positivo, credo sia stato un pretesto, per molti, per fermarsi a riflettere su quante possibilità si hanno “di stare bene” e che spesso si danno per scontate. Un abbraccio!
Anna dice
Grazie per questo articolo prezioso Anna, ne farò tesoro, grazie :*
tulimami dice
Grazie a te Anna!
Jenny dice
grazie…ci voleva!
a volte c’è bisogno di qualcuno che dica cose di questo tipo,per farti fermare per strada,in metropolitana, o altrove e dire :
cavolo ….E’ VERO!!!
Perciò ,grazie perché ne avevo bisogno , perché si pretende che i nostri figli non girino per casa e per strada ,col naso ficcato negli smarthphone ,e poi siamo noi ,gli adulti ,a fare la stessa cosa…..più tempo per una chiaccherata, una passeggiata,un gioco con i nostri bimbi,creare momenti più lenti e sereni , che creeranno a loro volta ricordi sereni e felici….perciò Grazie ….io inizio a svuotare…e poi si vedrà!
Anna dice
Jenny, ma grazie a te! Poi fammi sapere come hai riempito eh? Giochi, coccole, passeggiate… viene ancora più facile, con queste bellissime giornate di primavera! Un abbraccio.
Federica dice
Brava Anna, spero di riuscire anche io a cambiare alcune cose della vita quotidiana come hai fatto tu! Basta davvero poco, ma spesso non ci pensiamo, lasciamo correre e perdiamo occasioni per essere più serene. Non ci abbandonare del tutto perché mi piace molto leggere i tuoi post e vedere le immagini delle tue creazioni. Te l’ho già detto, ma sapere che ci sei rende il mondo migliore! Bacioniiii
tulimami dice
Abbandonare? Giammai! Anzi, sento che questa specie di “decluttering” mi aiuterà ad esserci meglio! Federica ti abbraccio!
tulimami dice
Oh ma facciamo come se il tè lo avessimo bevuto veramente! Ho una bella teiera giapponese bianca e un infuso profumatissimo qui accanto…
Antonella dice
Cara Anna,
come hai ragione…mi sento satura in questo periodo ed è forse per questo che gli occhi sono diventati umidi alla fine di questo post…un po’ di commozione perchè ho condiviso le sensazioni.
un bacio
Antonella
Anna dice
Antonella… fa bene al cuore questa condivisione, grazie!