(questo è il primo dei due post che ho scritto per Etsy resolution, ho spiegato di cosa si tratta QUI, il prossimo sarà il 12 gennaio)
Non vale per tutti e non vale sempre, ma, molto spesso, chi avvia un’attività in proprio come la mia, e, ancor prima, chi ha una passione che vorrebbe trasformare in professione, ha anche una collezione di pippe mentali da poterci riempire un armadio quattro stagioni: sarò all’altezza? Sarò capace? Le mie foto sono orrende: riuscirò mai a migliorare? Chi vuoi che le compri, le mie cose? E se fallissi? E se non fossi abbastanza in gamba? E via così fino a mezzanotte e tre. Io ero una campionessa in pippologia, quando qualche crafter si sfoga con me, quello che le dico sempre è: tranquilla, ti capisco, di tutti i complessi che possiamo avere, io o li ho avuti o li sto avendo o li avrò. In realtà più passa il tempo e più mi tranquillizzo, anche se il dubbio e l’autocritica mi stanno sempre accanto.
Sapete qual è uno degli errori più frequenti che mi capita di riscontrare in chi vorrebbe misurarsi con un’attività handmade online, ma è bloccato? Mettersi a confronto con Amazon o con siti di grandi aziende che vendono prodotti su larghissima scala.
Tre sono le voci più critiche:
1. I prezzi (un prodotto fatto a mano non potrà mai avere un prezzo basso quanto uno fatto in fabbrica);
2. Le spese di spedizione gratuite (un piccolo artigiano non può coprire da solo le spese di spedizione);
3. I tempi di consegna brevissimi (un prodotto fatto a mano richiede tempo. La velocità e la fretta non fanno coppia con la cura e l’amore)
Perciò la pippa è: non potrò mai competere con Amazon, buahahahaha! (l’altro gettonato è Zalando)
Allora, ragazza del mio cuore, parlo proprio con te che sei in ambasce e sai cosa ti dico io? Tu non devi essere come Amazon. Le persone che si affidano a te, non cercano un servizio come quello di Amazon (di cui io sono grande acquirente, sia chiaro), perché ce l’hanno già. Cercano altro. Non meglio, non peggio: ALTRO.
E quello che devi fare tu, non è lesinare sui servizi di spedizione o suicidarti economicamente mettendo prezzi che non puoi sostenere. E’ offrire qualcosa di diverso, che sui grossi siti non si trova. Per esempio?
1. La personalizzazione del prodotto è un PLUS pazzesco! Ma quanto è meraviglioso poter dire: questa cosa è solo mia, è stata fatta solo PER ME?
2. La cura, l’attenzione, il dialogo con il cliente in ogni momento, dal primo approccio via e-mail agli ultimi scambi di battute dopo la consegna. E’ un dialogo vero e proprio, che nutre entrambe le parti;
3. Lo studio e la ricerca. Perché se fai il tuo lavoro con passione e coscienza, non sei mai fermo, e sai che puoi fare sempre meglio, offrire sempre di più e garantire a chi si rivolge a te il massimo che puoi dare. Non siamo qui per accontentarci, no?
E il quarto punto, che per me è il più importante:
4. Il FATTORE UMANO. Tu non vendi soltanto oggetti, vendi esperienze di acquisto. C’è emozione nel ricevere un bel pacchetto fatto bene. Chi compra da te ti ha scelta. E tu hai scelto di servirlo con tutto quello che puoi offrirgli: tecnica, fantasia, emozioni, tempo, sudore, lacrime e sorrisi. Spesso si dice che chi vende gli oggetti che produce, vende pezzi di sé e per me questo è verissimo. Quello che bisogna riuscire a fare è comunicarlo, entrare in CONTATTO con chi legge. Avere il desiderio di ASCOLTARE. Può sembrare un paradosso nominare nella stessa frase vicinanza e web (che per definizione ti permette invece di fare le cose a distanza), ma io, sia come artigiana che come acquirente, ho sperimentato sintonia, empatia, affezionamento, ammirazione, attenzione nelle mie esperienze di vendita online di prodotti fatti a mano. Spesso addirittura molto più coinvolgenti che in un negozio fisico, dove sempre più spesso si entra, ci si serve da soli e si va alla cassa.
Questo cosa significa? Che uno shop online non è un centro commerciale come Amazon, ma è un negozio di quartiere, dove ci si sente a casa, dove si riceve non solo un oggetto, ma anche un servizio, due battute, un sorriso. E’ guardarsi dritti in faccia e provare piacere per quello che vediamo. E’ ricevere una coccola.
Perciò basta pippe, molla gli ormeggi e vai a conoscere quelle meravigliose persone che saranno i tuoi clienti!
Ciao Anna, e buon compleanno!
Mi piace molto questo tuo post e lo trovo anche molto adatto al momento che sto vivendo. Da quando ero piccola, ma proprio piccolissima, ho sempre amato fare i miei lavoretti con le mani. Solo negli ultimi mesi, complice internet e i tanti esempi di persone come te che con le loro mani hanno creato un lavoro (e non dei lavoretti), ho iniziato a percepire in me delle potenzialità che nel tempo ho negato di avere o non ho pensato fossero abbastanza per provarci.
Ecco, tutte le pippe che hai descritto ce l’ho. Le sento addosso, una per una.
Vorrei riuscire a superarle per buttarmi a capofitto in un progetto che mi piacerebbe e di cui avrei bisogno, dato che l’attività in cui lavoravo ultimamente sta chiudendo.
Che sia questo l’anno giusto per dare una svolta alle mie creazioni? Io vorrei davvero provarci, anche se tra le mille paure che ho una mi blocca più delle altre: la questione fiscale. Ho letto molto in giro, ma trovo pareri assolutamente discordanti. Non ho capito se l’apertura di uno shop su Etsy o A little market siano considerati, diciamo così, “prestazioni occasionali” e quindi se eventuali vendite rientrerebbero in quel famoso tetto dei 5000 € annui che può permettersi un hobbista. Questo dubbio è uno dei più grandi che al momento mi frena, sinceramente.
Buona giornata, di nuovo auguri!
Elisa
Ely ciao! Hai trovato voci discordanti perchè purtroppo il caso che esponi non è chiaramente regolamentato, perciò si va ad “interpretazione”. Il discorso è questo: curare uno shop online ed i social correlati, con frequenza quasi quotidiana, ovviamente non è un’occupazione occasionale. Le vendite però, specie i primi tempi, sono sporadiche (e quindi decisamente occasionali). E qui nasce l’ambiguità. Essere in un marketplace come Etsy ti offre la possibilità di non essere la proprietaria di un negozio (cosa che farebbe di te una professionista) e ti dà il tempo di testare se puoi fare il salto oppure continuare ad essere un hobbista. Comunque il tuo è un dubbio legittimo! Noi alla Colibrì Academy consigliamo sempre di sentire comunque un commercialista per valutare il caso specifico, avere il parere e le rassicurazioni di un commercialista ti toglierà molti dubbi. In bocca al lupo e grazie per gli auguri, Anna
Cara Anna a volte ci vuole proprio che qualcuno te le dica le cose per capirle perché da soli spesso si finisce in una spirale di autocommiserazione e pipponi generali che non se ne esce più! Grazie per la tua chiarezza e i consigli, sapere che una così brava come te ha provato le mie stesse sensazioni è di grande conforto e mi spinge ad andare avanti! Non vedo l’ora di leggere il prossimo articolo 😉
Buon Compleanno!
ma prego, sono contenta di averti in qualche modo confortata! Degli aspetti emotivi si parla sempre poco, ma credo che siamo fatti tantissimo proprio di emozioni, a volte positive, ma a volte negative e parlarne e confrontarsi fa bene. Un bacio e in bocca al lupo!
Ciao Anna
☆ ☆buon compleanno ☆ ☆
E grazie per queste tue parole,sempre di grande conforto e ottime per spronare tutte le creative, che ci credono ma non sempre fino in fondo. E io la prima.
A presto
Sara
☆ ☆ ☆ ☆
Eh dai, credici Sara!!!
Grazie Anna per questo risolutivo post antipippe. Io devo dire che il ultimamente me ne sto facendo un po’ meno….però davvero ti sono grata per questi tuoi preziosi e mirati consigli. Attendo il prossimo
Monica…. O Monics
Ahahaha Monica! dai facciamo Monica 🙂 Un abbraccio!
Grazie Anna!non mi ripeto: la risposta me l’hai data grazie ad Ely (sono anch’io dubbiosa circa il lato fiscale). Al prossimo post.Visti i miei auguri su Istagram? Bacione e Auguriiiii!
Grazie degli auguri Elisabetta e come dicevo ad Ely, il dubbio è legittimo (ed è giusto porselo, brave a tutte e due)