I primi di aprile ho partecipato al Mondo Creativo in qualità di tutor della Colibrì Academy. Ero con la mia amica e collega Francesca e abbiamo dedicato molto tempo a fare consulenze individuali a chi ha un sogno nel cassetto ben preciso: quello di rendere la propria passione per il “fare a mano” un lavoro. La parola che ha accomunato tutte le consulenze è stata una: paura. Paura di non essere capaci, paura di non sentirsi pronte, paura di non capire come fare, paura di aprire uno shop, paura di non essere all’altezza, paura di non padroneggiare la tecnica, paura di tutto.
La paura ha due facce. Una è bellissima: quella che ti spinge a migliorarti sempre e a non sentirti mai arrivata, quella che ti carica di adrenalina e che ti fa sentire viva. E una è brutta: quella che ti blocca, quella che non ti fa nemmeno cominciare, quella che ti spegne.
Bè, confessione: io, la paura, la conosco benissimo. Quando dico che sono un’esperta interplanetaria di pippe mentali, non scherzo. Ma cavoli, ragazze, non esiste proprio che sia la paura fermarmi! Nelle ultime settimane mi sono lanciata in due esperienze che mi spaventavano un po’: essere intervistata alla radio (con tanto di cuffie, microfono, studio di registrazione… ) e lanciare un progetto nuovo e ambizioso , il Tuliamiche special club. Avevo paura? Tanta! Ero convinta che sarebbe andato tutto bene? Per niente! E com’è andata? Benissimo!
Mi sono accorta, analizzando queste esperienze recenti e mettendole a confronto con analoghe situazioni passate, che inconsapevolmente adotto sempre lo stesso modello comportamentale per impedire alla paura di ostacolarmi. Ho delle personalissime linee guida che ora voglio condividere con voi, nella speranza che vi siano d’aiuto.
- MI FREGO DA SOLA: cioè, mi spu@@ano ufficialmente in modo da non potermi più tirare indietro. Quando Margherita, la speaker di radio Vicenza, mi ha scritto per chiedermi se volessi essere intervistata in merito alla Tuli-impresa, le ho risposto subito di sì, senza darmi nemmeno il tempo di ripensarci. E gli impegni presi si onorano, punto (certo la gentilezza e la simpatia di Margherita hanno aiutato molto) . Qualche giorno prima di lanciare il TSC, ho annunciato pubblicamente che avevo un progetto in cantiere e ho anche dato un appuntamento preciso (COSì) ed è stato un escamotage per non procrastinare all’infinito.
- MI PREPARO BENISSIMO: per me, l’unica arma davvero valida quando mi sento insicura, è prepararmi così bene da poter dire: “Ok, questa cosa la padroneggio”. Per esempio, in previsione dell’intervista, ho chiesto a Margherita se poteva mandarmi le domande prima. E non le ho soltanto lette, mi sono presa degli appunti in modo da aver chiaro cosa volessi rispondere e poi ho fatto delle prove ad alta voce, da sola e con mio marito. E quando ho organizzato il TSC, prima ho pensato “COSA POSSO DAVVERO FARE PER LE TULIAMICHE? ” Mi sono risposta e mi sono organizzata, ho fatto un progetto con l’obiettivo preciso di fare qualcosa di bello e buono per qualcuno. Quando hai un ideale alto, non puoi andare a caso, ti prepari.
- CHIEDO SOSTEGNO MORALE: che siano amici, parenti, colleghi o clienti, io non fingo di essere quella sempre convinta di spaccare il mondo: non sarei me stessa! Perciò metto da parte l’orgoglio, rivelo le mie fragilità e chiedo consigli, abbracci o anche solo un orecchio pronto ad ascoltare. Sarà perchè amo stare dall’altra parte, essere quella che ascolta, che abbraccia, che consiglia se può, ma credo sia un punto fondamentale.
- MI PROGRAMMO UN DIVERSIVO: nel giorno x, inserisco anche un impegno, un appuntamento, una telefonata importante, qualcosa da fare prima o dopo l’evento incriminato: così la mia attenzione non si concentra tutta su quello che mi spaventa e non ho modo di farmi prendere dal panico. Dopo l’intervista ho accompagnato mia mamma e il suo gatto dal veterinario, per esempio. E quando dovevo lanciare il TSC, l’ho lanciato verso le 10 e ho fissato un appuntamento alle 10.30. Se il programma è serrato e da te dipendono anche altre persone, non stai tanto a tergiversare, fai e basta.
E poi, funziona sempre dirmi: ma Anna, di cosa hai paura? Se anche qualcosa andasse storto, cosa potrebbe succedere di grave ed irrecuperabile? Non sei un neurochirurgo, non apri calotte craniche, non operi cervelli. Non ci pensare e via andare!
Se volete sentire i podcast della mia intervista radiofonica, cliccate qui: prima parte e seconda parte
E voi, come superate la paura?
Valentina dice
Grazie per i tuoi preziosi consigli 🙂
Io sono una procrastinatrice cronica irrecuperabile. Solitamente uso “fregarmi da sola” come hai detto tu, anche per far sembrare i progetti più reali e concreti e poi, una volta detto, devo farlo per forza 😀
Non sono una persona che tende ad entrare in stati di panico o ansie e questo spesso mi porta a prendere sottogamba le cose. MALE. Però con il tempo sto cercando di obbligare me stessa ad arrivare preparata agli impegni, in modo da essere più sicura e sciolta in quello che faccio e qualche piccolo risultato in più lo sto ottenendo.