C’era una volta un vasaio. Si chiamava Haru e faceva dei vasi bellissimi, sottili, alti e raffinati. Sotto le sue mani, la ceramica prendeva la forma dell’arte. Li dipingeva, anche, con leggerissimi steli e morbidi petali che sembravano volare nella brezza. Tutti amavano quei vasi e venivano da ogni angolo del Paese per acquistarne uno. Un giorno Haru volle fare un esperimento ed invece di un vaso lungo, stretto e leggero, ne fece uno basso, grosso e tozzo. Era così diverso da tutti gli altri che, quando i clienti entravano, non lo degnavano di uno sguardo.
“Ma davvero, l’hai fatto tu?” chiedevano increduli al vasaio, e poi facevano una faccia molto perplessa e compravano quelli lunghi. Il vaso grosso, che poi era una femmina, si rattristava e si chiedeva: “Ma perchè Haru mi ha fatta così e non come tutti gli altri?”
Dopo mesi di incredulità e facce perplesse, capirete anche voi, la vasa era sempre più triste. Era così triste, che non si rendeva nemmeno conto che il vasaio la teneva sulla mensola più bella ed illuminata. Era così arrabbiata per non essere come gli altri, che non si accorse che Haru la amava proprio per la sua diversità. Era così sconsolata perchè nessuno la voleva, che non vedeva tutte le bellissime cose che avrebbe potuto contenere grazie alla sua forma.
Ma Haru le vedeva benissimo. Così un giorno arrivò in bottega un po’ più tardi: prima si fermò da Akiko, che aveva un giardino grazioso come lei. Raccolse tre foglie, due fiori e due rami con delle piccole bacche rosse. Andò in bottega, tirò giù la vasa dalla mensola già illuminata dal sole e la decorò coi fiori e le foglie di Akiko.
Poi la fissò intensamente e le disse: “Gli altri vasi sono bellissimi, è vero, ma sono fragili e possono contenere un fiore soltanto. Tu invece sei grande e resistente. Dentro di te potrebbero stare i piccoli giochi di un bimbo, l’acqua per i gatti di strada, la casa di un topino di campagna. Non dipende da cosa sei, ma da chi vuoi essere.”
La vasa ci pensò su e decise che era fortunata, perchè poteva danzare coi fiori e diventare, con loro, un ikebana.
thetwomoon dice
Bellissimo racconto!!!
Anna dice
Grazie Loredana!
Emanuela dice
Peccato che mia figlia ha ormai 16 anni e non vuole più che le racconti la favola della buona notte…
Anna dice
ahahah Emanuela, leggila per te! (che poi, secondo me, non si finisce mai di “perdersi” nella favole…)
Anna dice
Bellissimo *_*
Anna dice
Grazie Anna!!!
Vera Bocciardo dice
Mi sento molto “vasa”^_^
Anna dice
Siamo tutte un po’ “vasa”, credo…
elisabettafvg dice
Delicato ma “forte” questo racconto e sempre con il sorriso finale. Brava.In questi giorni ti penso perchè qui in città c’è l’evento Far East Film! buon fine settimana.
Anna dice
aaaah fighissimo! Non ci sono mai stata, mannaggia, ma dev’essere tanto interessante!