Ogni tanto succede, a noi che abbiamo un blog, di essere contattate da varie aziende (o da agenzie da queste incaricate), aziende a volte grosse, che lavorano e sono note a livello internazionale, a volte più piccole, per essere coinvolte in alcuni progetti. Di solito funziona così.
Azienda: “Ciao, sono X dell’azienda Z, ci piace tantissimo il tuo blog e come lavori, ti abbiamo selezionata per una collaborazione. Ci piacerebbe che tu scrivessi un post su un nostro prodotto, facessi almeno una foto, condividendo tutto sui social. In cambio noi ti lasciamo il prodotto in omaggio e ti diamo visibilità mettendo il link del tuo post sui nostri canali/sito. La retribuzione non è prevista”.
All’inizio ero molto lusingata da queste offerte. Pensavo: “Cavoli! Ti piaccio? Ho superato una selezione? La tua azienda grossa mi regala visibilità? WOW! Devo dirti di sì per forza, si sa, da cosa nasce cosa, vuoi mai che mi perda l’occasione! E poi il tuo progetto mi piace! E poi, ricevo un regalo!”
Poi però mi sono accorta che dietro un post di questo genere, la sua pianificazione, elaborazione, stesura, correzione, postproduzione, condivisione, c’è tantissimo lavoro. E mi sono accorta che non ho mai avuto davvero visibilità. Eh sì, perchè se l’azienda condivide una mia fotografia di un suo prodotto, quello che ottiene visibilità è comunque il suo prodotto, anche se si trova nel mio blog. Uno scambio equo sarebbe che io parli di un prodotto di quell’azienda e che lei parli di un prodotto mio (e qui bisognerebbe comunque fare tutto un discorso sul target, perchè molto probabilmente il target di quell’azienda non è interessato a quello che faccio io, e allora forse non è molto furba nemmeno questa soluzione).
Ieri, dopo l’ennesima di queste proposte, mi sono detta che volevo scriverci un articolo. All’inizio avevo pensato di impostarlo raccontando per filo e per segno quanto lavoro c’è dietro un post per il blog, ma sarebbe stato l’ennesimo discorso già sentito su quanto sia avvilente sentirsi dire: “Per questo progetto non c’è budget”.
Allora ho pensato di rivolgermi alle mie colleghe facendo loro uno speech motivazionale stile Martin Luther King – Barack Obama – L’Oreal Paris messi insieme: “Ce l’hai un sogno? You can! Tu vali, non svenderti! Se non credi per prima tu in te stessa e nel tuo valore, perchè dovrebbero farlo gli altri?” Ma nemmeno questo approccio va bene, perchè ognuna ha il sacrosanto diritto di pensare con la sua testa e di prendere da sè le sue decisioni, come del resto ho fatto sempre anch’io, a volte facendo bene, a volte sbagliando. Mi è capitato di ricevere utensili per lavorare che uso quotidianamente nel mio laboratorio, per esempio, e lo rifarei altre mille volte, anche se non c’è stato un compenso.
E poi, ho fatto degli errori anch’io e visto che ho deciso di parlare con onestà, bisogna dirle tutte le cose, anche quelle in cui non si fa una bella figura. Una volta ho ricevuto degli omaggi, in cambio avrei dovuto scrivere un post e condividere le foto sui social, invece ho fatto solo la parte social. Aspettavo di definire un lavoro con questa azienda, ma non mi ha più scritto. Il tempo è passato e io non ho insistito. Quando ci ripenso, credo che avrei dovuto insistere e pubblicare ugualmente il post. Ho imparato da quell’esperienza e oggi mi comporterei in modo diverso. Allora navigavo un po’ a vista, ma sento che avrei potuto gestire meglio questa situazione.
Dunque ho deciso che il modo migliore per affrontare quest’argomento sia mettere nero su bianco la mia politica attuale in merito, di chiarire prima di tutto con me stessa cosa posso fare e come regolarmi per non ripetere più certi errori. Magari può essere utile o dare almeno uno spunto di riflessione.
Cara azienda che vuoi lavorare con me, ti dichiaro quanto segue:
- Credi davvero nel mio lavoro e sei disposta a darmi un giusto compenso. Parliamone! Se il tuo progetto mi piace ed è in linea con i miei contenuti e la mia filosofia, lo abbraccerò con piacere e farò il mio meglio per te. Nel momento in cui collaboro con te, il tuo lavoro è il MIO lavoro, il tuo messaggio è il MIO messaggio, il tuo progetto è il MIO progetto. Ci metterò anima, testa, tempo, sudore, creatività, originalità e tutta la mia professionalità perchè siamo parte dello stesso ingranaggio e non c’è solo la tua faccia in gioco, c’è anche la mia;
- credi nel mio lavoro, ma il massimo che puoi darmi è un omaggio. Bè, non ti scarto a priori, perchè potrebbe essere che il valore del tuo omaggio sia commisurato a quello del mio lavoro o che in quel momento io abbia proprio bisogno di ciò che tu vuoi offrirmi (per esempio, vuoi regalarmi i biglietti per il concerto di Jovanotti? ok, andata!)
- sei un’impresa minuscola, magari fatta da una persona sola, come me. Non hai denaro da investire in promozione, come me. Ma hai un progetto bellissimo, un ideale alto, una passione ardente. Hai un sogno per cui ti batte il cuore, ti sudano le mani, ti frigge il cervello, ti scendono le lacrime. Allora scrivimi, perchè ti voglio conoscere, e magari un modo per collaborare lo troviamo. O magari non lo troveremo, ma di sicuro potremo berci un caffè, mescolando le nostre lacrime e le nostre sudate!
E con quest’immagine di poltiglia-lacrime-sudore-caffè che sembra un po’ raccapricciante, ma chi c’ha quella passione lì la capisce oltremodo, metto la parola fine a questo lunghissimo post (dai, faccio anche una foto ad una margherita, per compensare la poltiglia)
Giovanna dice
Un post bellissimo Anna che condivido in pieno a cui aggiungo anche le varie collaborazioni con riviste che quando richiedono tutorial e progetti originali devono essere pagate il giusto. Il ma almeno ti fai un nome non va bene. Anzi potremmo rispondere che anche loro in questo senso si fanno un nome grazie al nostro lavoro.
Un caro saluto, Giò
Anna dice
Sono contenta che ti sia piaciuto Giovanna! un bacione
Anna dice
Sono contenta che ti sia piaciuto, grazie Gio!
betaobetty dice
Brava Anna… sei tutte noi, poltiglia (e margherita) comprese! 🙂
Anna dice
ahah evviva la poltiglia!
Elisa dice
Non ho mai ricevuto una proposta del genere, ma credo che terrò buone le tue regole. Ho ricevuto proposte da altre pagine fb del tipo “metto il like e condivido sulla mia pagina e tu fai uguale” e se devo essere onesta ho rifiutato, non per snobismo, ma se metto un like deve piacermi davvero, altrimenti non lo faccio.
In ogni caso io rientro nella categoria 3: impresa individualmente minuscola, zero soldi, caffè, lacrime e sudore. Mi piacerebbe collaborare con te, ma in effetti non saprei come, facciamo cose molto diverse, magari un giorno potremo prendere un caffè 🙂
Anna dice
Sì lo scambio di like non ha senso, meglio pochi, ma veri e sentiti. Per il caffè… quello sempre!
Desiree dice
Hai proprio ragione, e tra le altre cose…..anche scrivere ti viene benissimo!!
Anna dice
ahaha Desiree ma grazie! Scrivere mi piace 🙂
Valeria Piludu dice
Leggerti fa sempre bene al cuore. Io sono una realtà, perchè lo sono, piccolissima, minuscola! E capisco bene il sentirsi lusingati da certe proposte ma il mio marchio, minuscolo, e il mio lavoro va prima di tutto.
Come il mio sudore e le mie lacrime, l’impegno…non voglio sminuirli, condividerli sì ma sminuirli mai!
E ultimamente ti ho raccontato quanto mi sia costato dire di no.
Ma resto ferma, ti leggo sempre e aspetto di berci assieme un buon caffè!
Un abbraccio,
Valeria
Anna dice
Valeria, piccolo, ma con un cuore grande! Ti abbraccio tanto!
Angela Patella dice
Senza dubbio per il concerto di Jovanotti si può fare tutto!!!
Grazie per i tuoi consigli!
Anna dice
ahaha assolutamente!