Una volta avevamo un gatto bravo, degno portatore del suo nome: Tranquillo. Era carino, tutto fuffoloso. Quando si accorgeva che ti stavi svegliando, e solo allora, balzava silenziosamente sul letto, ti saliva con delicatezza sulla pancia e avvicinava il suo umido nasetto alla tua faccia, ti dava dei colpettini gentili come a dirti “Ehi, buongiorno” e iniziava contemporaneamente a fare fusa di apprezzamento, tanto roboanti che il Boeing 747 gli fa una pippa.
Poi, non so cosa sia successo, due-tre mesi fa il gatto-Tranquillo ha subito una mutazione ed è diventato il gatto-Sveglia, puntato sempre alle 5 di mattina (o prima, specie se è sabato o domenica). Si piazza in fondo al corridoio e comincia: “Miao… miao… miaooo” prima piano, tutto sommato.
Poi però entra in camera, felpato nel passo per coglierti perfidamente di sorpresa, si avvicina al tuo lato del letto e urla:
MIAOOOOOOWWWOOOOOO
Tu apri faticosamente gli occhi e cerchi di capire che cavolo-di-ore-siano
Poi, ci sono due possibilità. O hai troppo, troppo sonno per reagire e rimani lì, abbandonata sul letto, in uno stato di semiveglia permanente, perchè quello continua a miagolare a cadenza regolare per impedire il riaddormentamento, oppure ti sale la carogna:
E cominci a maledirlo e a pensare alle alternative, in ordine di cattiveria crescente.
Ti fingi morta. Forse, restando perfettamente immobile e rendendo impercettibili gli atti respiratori, lui si arrenderà. Sbagliato, diventa più insistente.
Provi a rabbonirlo con le coccoline. Ma funziona solo un momento.
Lo prendi a parole:”Piantala Lillo!” e, tra una miagolata e l’altra, senti la sua risata beffarda.
Ti alzi, lo porti fuori dalla camera e chiudi la porta. ERRORE!!! Lui comincerà a grattare con furore la porta ININTERROTTAMENTE.
Ti alzi, lo porti fuori dalla camera e lo chiudi in cucina. ERRORISSIMO!!! Per ripicca seminerà il pavimento con cacchine e vomitini.
Una volta, ho pensato di mettermi vicino al letto degli oggetti morbidi e piccoli da lanciargli per distrarlo e farlo allontanare. Pupazzetti o palle di carta appallottolata. All’urlo di “Non sono mica un cane da riportoooo!” ha miagolato più forte.
In tutto questo, il Tulimarito subisce la stessa sorte. L’altro giorno, mentre eravamo tutti in cucina, l’ha preso in braccio e mentre lo coccolava ha tentato la strada della psicologia, spiegandogli con dolcezza che non si svegliano le persone perchè lui ha deciso che è giorno. “Altrimenti…” aggiunse, squadrandolo come si fa con un cavallo di razza “… sei sempre un gatto da forno!”
Che qua, siam tutti di Vicenza.
DISCLAIMER: nessun gatto è stato maltrattato o messo in forno per scrivere questo post.
PS: negli ultimi giorni il gatto-Sveglia sembra essere tornato il Tranquillo di prima, forse perchè sapevamo benissimo cosa voleva alle cinque di mattina (le crocchine golosine che gli diamo a colazione) e non l’abbiamo mai accontentato, facendogli aspettare l’ora giusta. O forse perchè sapeva che avrei pubblicato questo post. Ma io lo pubblico lo stesso, caro mio!
Laura Anna dice
Ahahahah! La consapevolezza di essere in una famiglia di vicentini lo ha convinto 😀
Anna dice
Mannaggia Laurix, questo commento era finito nello spam! Chissà come mai 🙁
elisabettafvg dice
E’ SOLO in anticipo sul cambio dell’ora! Intelligenteeee! baci con un sacco di ronf ronf ! 😉 bellissimo il gufo! lo vogliooooo! 🙂
Anna dice
Non vorrei dirlo troppo forte, ma sembra abbia capito… shshshshs
Federica dice
Anna, che buffa! Forse il gattone (meraviglioso peraltro) aveva solo bisogno di un po’ di attenzioni….:) Comunque la minaccia vicentina ha funzionato! Buon risveglio Tulifamily!
Anna dice
Ahahah, più o meno!
Lui voleva le crocchine golosine. Sai cos’è successo? Per qualche giorno mia mamma gli ha fatto da cat sitter e gli allungava le crocchine golosine a ogni piè sospinto. Così lui, nella sua testolina da gatto, ha pensato: “Hey, wow, qui basta miagolare e me le danno!”