Ti sei mai chiesta il perché del nome Tulimami? E’ spiegato nel mio about, ma oggi voglio raccontartelo un po’ meglio. Essendo una parola che non esiste (bè… ora esiste!), capita che alcuni sbaglino e l’errore più frequente è che mi chiamino TulimaNi, con la n. Come se il nome fosse una fusione tra tulipani e mani. E’ un errore che è anche comprensibile, visto che il mio lavoro è l’handmade e le mani sono protagoniste assolute.
In realtà non è maNi, ma maMi. Che c’entra con mamma (mami) e c’entra con il fare ciò che amo (ami): fare ciò che amo è strettamente collegato all’essere mamma e all’essere stata figlia, non tanto perchè tra i miei articoli ce ne sono diversi rivolti al mondo dei bambini, ma soprattutto perchè quello che cerco di trasmettere con i miei lavori è un mondo legato alle favole, ai colori, a pensieri leggeri e semplici. Tu non hai idea di quanto ho rotto le scatole a quella povera martire di mia mamma chiedendole ogni secondo :”Mi racconti una favola?”, tanto che poi lei, stremata e senza voce, mi ha comprato un pochino alla volta una collezione meravigliosa di cassettine audio (I Racconta Storie e i C’era una volta) e il mio universo si è popolato di ragnette magiche, porcospini in mongolfiera e lune fatte di formaggio. Sono cresciuta continuando ad amare follemente la narrativa per bambini e ragazzi, ci ho fatto perfino la tesi di laurea e quando sono nati i miei bimbi, li ho infariciti di favole e di quelle stesse cassettine che ascoltavo io. E il nostro mondo si è ripopolato di volpi ingorde, gatti delle streghe e giacche volanti.
Così, quando mi metto al lavoro, cerco di trasmettere quelle sensazioni spensierate e positive delle favole, dove i personaggi sono buffi e gentili, gli affetti sono veri e la fantasia un sorriso felice.
Tuli è facile da capire e te lo racconta il mio logo. I tulipani sono i miei fiori preferiti, sono speciali perchè sono chiusi e quello che nascondono è esso stesso una favola da raccontare: forse dentro c’è un arcobaleno? Forse un piccolissimo unicorno da portare sempre con sè? O forse una minuscola ballerina con la gonna fatta di petali?
Proprio come ti immaginavo io!
ooooh che bello, vuol dire che un pochino ci riesco ad essere come vorrei, grazie Irene!
E vuoi che non avessi già letto il tuo about?? 🙂 :-*
Ahah! ma qua è spiegato meglio 🙂
Io scriverò un post “del perché amo questa donna”…
troppo love!
Io già lo sapevo che eri uscita da una favola, il tuo racconto me lo conferma. Anche io sono cresciuta con le favole, i Racconta Storie li ho ancora adesso… non potrei vivere senza il mio mondo immaginario 😉
aaaah allora quando parlo di ragnette magiche mi capisci!
Tu dovresti scriverle le favole! Adoro il tuo modo di raccontare..e ti invidio anche un pochino, perché’ io mi perdo tra le parole…:))) (psss.. se scrivi un libro io lo compro subito!) Baci
Ogni tanto mi verrebbe anche voglia… chissà, in futuro magari…
Sono troppo grande per sapere cosa sono le ragnette magiche, ma ho imparato a conoscere tutti i tuoi di personaggi”fantastici”. E’ bello sognare…
Abigaille la ragnetta magica abitava nel cappello di un bambino, Bastoncello. Si impegnava moltissimo, ma le sue magie venivano sempre storte. Happy end garantito, comunque. Bacini!
Ti conosco da poco, ma la fantasia e magia di cui racconti si respira a pieni polmoni qui dentro. Il tuo “nome d’arte” la racchiude tutta con forza!
Un abbraccio <3
Grazie Fabiola, ne sono contenta!