Quando ad inizio 2019, ho scelto “zero waste” come parola dell’anno, i miei obiettivi non erano soltanto ecologisti. Avevo voglia di guardare i miei consumi a 360°: spesa, casa, persona, ma anche soldi, pensieri, tempo.
Coi “pensieri” stavo già a cavallo: un anno di focus sul “cuorcontento” mi ha insegnato a dedicare i miei pensieri ad attività, persone e ragionamenti positivi e utili a diventare una Tuli migliore. Ma quello sulla crescita personale è un lavoro costante e progressivo e spesso è utile guardare le stesse cose attraverso lenti diverse. Quest’anno la lente è: “Non sprecare pensieri in paranoie, paragoni ed arrovellamenti che ti inquinano l’umore”. Il risultato è che mi sento il cuore ancora più contento e più pulito.
Dei soldi vi ho già parlato: diventare consapevoli, come famiglia e come singoli, dei nostri consumi, ci ha aiutati a risparmiare. QUI trovate il resoconto dei primi 4 mesi, ora ne son passati altri 4 e vi confermo lo stesso trend: uno stile di vita conscious ci fa essere più oculati. Il risultato non si traduce necessariamente in un risparmio, ma può diventare anche una distribuzione diversa dei nostri soldi (un esempio? Meno fast fashion -anzi zero- e più teatro).
La sfida più difficile, però, ancora più difficile che modificare il nostro modo di fare la spesa e di cucinare tantissimo vegetariano, ancora più difficile che cambiare i prodotti per l’igiene personale e domestica e di gestire la vita fuori casa senza usa e getta, ecco, la sfida più difficile, per me, è NON SPRECARE TEMPO.
Lavorando per conto mio ed identificandomi così tanto in quello che faccio, il confine tra tempo personale e tempo professionale è molto labile. Mi sono data delle regole, delle divisioni, dei “tempi senza”. Eppure, spesso e volentieri, ho la sensazione di poter fare un uso migliore delle mie ore.
Sono convinta che quando si dice “non ho tempo”, in alcuni casi sì, è vero (le nostre giornate hanno effettivamente solo 24 ore e le cose da fare sono tante). Ma in altri casi è una scusa, più o meno consapevole, per non fare qualcosa che in realtà non ci interessa veramente. E in altri casi il tempo lo avremmo anche avuto, ma lo abbiamo perso.
Come? Magari spendendo sui social più ore del necessario. O dedicando mezzi pomeriggi allo shopping compulsivo (qui si ricollega l’argomento “soldi”). Oppure complicando cose che sarebbero facili (e qui si ricollega l’argomento “pensieri”). Oppure il maledetto multitasking (la mia opinione è che il multitasking sia una fregatura e che si finisca per fare tante cose insieme tutte male, anzichè una alla volta fatta bene, perchè saltando dall’una all’altra si perde concentrazione e, quindi… tempo!).
Poi arriva la parola dell’anno, che racchiude in sè una sorta di magia: è come un binario che ti aiuta a delineare una direzione. Capita di fare qualche fermata, di scendere dal treno, ma il binario sta lì pronto a farti risalire e ripartire.
Così, quest’anno, il mio binario “zero waste”, si è tradotto anche in “meno tempo perso, più tempo libero, o meglio, più tempo da dedicare a ciò che serve o mi interessa davvero”. Non è successo subito. Dovevo prima abbattere muri, abitudini, preconcetti. Avete presente il detto “vedere la pagliuzza nell’occhio dell’altro e non vedere la trave nel proprio”? Ecco, riguardo all’uso del tempo, per me è andata così. Ho dovuto osservare gli altri per riconoscere nei loro comportamenti il mio stesso riflesso.
Ho iniziato a notare l’uso che alcune persone a me vicine fanno del telefonino e a vedere in me comportamenti simili. Ho ascoltato le preoccupazioni di un’amica pensando “Ti stai proprio perdendo in un bicchier d’acqua” e constatando che i quel bicchiere, talvolta, mi perdo anche io. Ho osservato alcune mamme, emblema del multitasking, e notato quanto questo le mettesse in un perenne stato d’ansia e senso d’incompiuto.
Quello di dare valore ai miei minuti è un percorso che ho iniziato anni fa, ma che non è concluso (chissà se si concluderà mai!) e che trovo tutt’ora sfidante, perchè abitudini, automatismi e distrazioni sono sempre dietro l’angolo. Ma ho ben chiaro l’obiettivo: quando lavoro, essere efficace e concentrata, e quando non lavoro, investire il mio tempo libero in cose che siano davvero importanti per me. E così, piano piano, quest’anno, mi sono dedicata a:
- Giocare di più ai giochi in scatola coi miei figli, che ormai sono grandi, e il tempo con loro si rimodella in continuazione;
- Leggere di più;
- Informarmi di più;
- iniziare del social crafting (mi sono unita ad un gruppo di social knitting e sto imparando a confezionare il mio primo maglione)
E il risultato è stato che puntare allo zero è diventato un bellissimo “di più”!
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