Uno dei ricordi più nitidi e ricorrenti che ho di quand’ero bambina è quello di me che andavo da mia mamma o da mio papà o da mia nonna e chiedevo: “Mi racconti una storia?”
Ed uno dei ricordi più dolci e belli che ho, è che tutti me le raccontavano.
Ovviamente c’erano quelle classiche, le più note e famose, ma erano troppo poche per la mia sete di ascolto. E così mio papà si inventava storie di vampiri e mi raccontava i film western. Invece mia mamma, dopo avermi letto e riletto tutto Andersen, i Grimm e Rodari, andò ad attingere presso altre fonti. Insegnava lettere e mi raccontava, come fossero fiabe, la storia e la letteratura. Dalle favole di Esopo alle avventure di Ulisse, Achille ed Enea. Dai miti greci ai viaggi di Dante negli Inferi. Mi raccontava di Renzo e dell’Innominato, ma anche di Napoleone e Giulio Cesare: piccolissimi aneddoti di personaggi realmente esistiti in una fusione armoniosa tra fantasia, narrativa, storia e realtà (la cosa pazzesca è che sapevo scindere benissimo le due dimensioni).
Io, avrei ascoltato tutto il tempo.
Così, presa dalla disperazione per il pressing che le facevo, mia mamma registrò se stessa in delle musicassette mentre leggeva Heidi. Avevo 5 anni.
Poi, un giorno felice e fortunato, un’iniziativa magica e meravigliosa venne in suo aiuto: i Raccontastorie uscirono in edicola. Si trattava di ana raccolta quindicinale di fascicoli e cassette di fiabe, favole e leggende dal mondo. Ma mica quelle famose, che son sempre le solite! Quelle che non avevi mai sentito e che conoscevi meno. C’era Gobbolino, il gatto di strega che voleva diventare un gatto di casa. C’era Bastoncello che viveva con la nonna nella casa albero e aveva un cappello dove abitava Abigaille, la ragnetta magica. C’era il porcospino Spinosone, che desiderava volare e si costruì una mongolfiera. E poi c’era Pinocchio a puntate letto da Paolo Poli. E l’Acciarino magico letto da Giulietta Masina. E una giovanissima Ottavia Piccolo prestò la sua dolce voce a tanti racconti. Mica robetta, insomma!
Io, in quel mondo, mi ci perdevo. Spesso mi chiedete come faccio ad avere tanta fantasia e creatività ed io credo che l’origine sia lì (oltre alle decine di mostre e musei a cui mi han portata fin da piccolissima): ascoltare. Senza immagini da guardare. Senza illustrazioni. Tantomeno video, filmati, cartoni. Niente, solo parole.
Oggi, rispetto a quando ero piccola io, ci sono molti, ma molti!, più libri per bambini di tutte le età meravigliosamente illustrati. Però ho deciso di continuare la tradizione ed oltre a quei libri, ho iniziato a leggere prestissimo ai miei figli racconti senza immagini. E romanzi, anche quando erano molto piccoli. In macchina abbiamo gli audiolibri (Pippi Calzelunghe, Zanna Bianca, L’Isola del Tesoro, Mary Poppins…), mentre a casa ci sono ancora le cassette de I Raccontastorie, gelosamente conservate sebbene abbiano l’audio tutto consumato.
Nella mia esperienza ascoltare, ascoltare soltanto, ha un sacco di aspetti positivi:
- non vedere alcun tipo di immagine, ti permette di sviluppare la tua, di immaginazione, come quando si legge. Un libro è tanti libri quanti sono coloro che lo leggono, si dice. Perché ognuno lo visualizza nella sua testa in maniera soggettiva e unica. Ecco perché spesso i film sono deludenti: non potranno mai essere come ce li siamo immaginati;
- mentre ascolti, puoi fare qualcos’altro: cucinare, colorare, guidare, fare il bagno. E l’attenzione va in egual misura all’ascolto e all’attività che stai facendo. E così, il tuo mondo si amplifica.
- mentre ascolti, puoi restare sveglio ad occhi chiusi. O guardare il cielo. E’ una dimensione magica in cui contemporaneamente c’è il vuoto e il pieno, il silenzio e le parole.
- mentre leggere è un’attività solitaria, ascoltare lo si può fare in gruppo. E io questo lo trovo magnifico, perché anche un film si vede in compagnia, ma tutti vedono le stesse immagini. Invece ascoltare in compagnia ti proietta contemporaneamente in tante dimensioni: tutti ascoltano le stesse parole, ma ognuno le visualizza a modo suo (bello è chiedersi: e tu, come la vedi?)
- e poi, si impara ad ascoltare, che nella vita è una gran fortuna, saper ascoltare davvero, che a sentire siam tutti capaci, ma ASCOLTARE è un’altra cosa.
Perciò ora vi faccio due regali (o meglio, li hanno fatti a me ed io li giro a voi):
Primo regalo
La settimana scorsa ho vinto una cosa bellissima! Una delle mie favole letta e musicata da Balenalab. Cioè: Balenalab! Con Chiara che ha una voce stupenda. E un sound designer che si chiama Francesco che ha composto le musiche. Non so se riesco a trasmettervi l’emozione che ho provato, ad essere per la prima volta dalla parte dell’autrice di una favola raccontata da altri. Come se si fosse realizzato un desiderio che non sapevo di avere. E’ la storia dello yeti che aveva paura della neve e potete ascoltarla QUI.
Secondo regalo
Ho scoperto tempo fa un sito dove Susi, che se la conoscessi la vorrei come migliore amica, ha raccolto tutti i fascicoli e tutti i file mp3 de I Raccontastorie. QUI. Ascoltatele, ascoltatele in ordine perché alcune sono a puntate, ascoltatele da sole o con i bambini se ne avete, mentre vi struccate alla sera o ad occhi chiusi prima di dormire e poi ditemi, se non è un mondo magico!
E voi, che esperienze avete, in questo senso?
Anna dice
Lo sapevo che le tue storie dovevano avere un futuro!! Ps Io ascoltavo “a mille ce n’è nel mio mondo di fiabe da narrar… Daaa narraaaaar”…… Che ricordi. Però avevo anche le cassette e volo al link!
Anna dice
Ahahah Anna! Futuro non so, ma grazie! Mille ce n’è era molto più famoso… ma i Raccontastorie sono stupendissimi!
elisabettafvg dice
Anch’ioooo! Le ho ascoltate tutte, tranne …non conosco il finale de Cenerentola e la Fata che si trasforma in tartaruga, non ho i fascicoli…sob! Grazie Anna per i consigli sempre utili. Buon tutto!
Anna dice
ma io questa della tartaruga non la ricordo! Molto male Tuli, rimedia subito!
thetwomoon dice
Grazie per questi magnifici regali 😉
Valentina dice
Ascoltare… una parola meravigliosa e tremendamente sottovalutata, sempre.
Era un po’ che non passavo di qui e tornare leggendo questo racconto un po’ mi ha commossa.
Capita anche a me di ripensare all’infanzia, e uno dei ricordi più belli che ho è quando mio padre mi raccontava sottovoce la sua favola sul lupo. Se ci ripenso, ancora oggi, mi rilassa e mi fa sentire coccolata.
Grazie per questa meravigliosa sensazione. Mi mancava…