ANTEFATTO
Durante l’estate appena passata mi è successa una cosa che mi ha divertita davvero molto e poi mi ha fatta molto riflettere.
Nella casa cretese, verso fine agosto, abbiamo avuto ospite un’insegnate di canto e direttrice di cori che si chiama Anna come me. Una donna energica ed entusiasta che mi è piaciuta subito. Un bel giorno, mentre stavamo chiacchierando, mi ha chiesto: “Anna, ma tu, con quella voce alta che hai, hai mai pensato di entrare in un coro?” Risposta: “Ma vaaaaa! Io sono stonata, stonatissima! ” Lei ha tirato fuori il suo ipad, ha avviato delle applicazioni che non so dirvi, mi ha fatta cantare e mi ha detto che non sono stonata affatto e che ho azzeccato tutte le note. Non le volevo credere! Io, che pensavo che il mio posto canoro non potesse che essere tra i campanacci della Corrida!
Dai e dai, alla fine mi ha convinta, e sono andata dal tulimarito con una coda di pavone luminescente aperta dietro di me.
Ora: ho sempre creduto di essere stonata e ho realizzato che questo autopregiudizio ha condizionato i miei comportamenti canterini, il modo in cui canto in macchina, o coi miei figli, o con gli amici, o sopra le canzoni. Non ho mai fatto davvero attenzione. Pensavo così e quindi ERO così.
Quest’episodio che può sembrare banale, mi ha fatto molto pensare: quanti pregiudizi sbagliati ho, su di me, che condizionano la vera Anna? Che condizionano la percezione che ho di come sono, il conseguente modo di comportarmi e l’altrettanto conseguente percezione che gli altri hanno di me?
CONSEGUENZE
Ero ancora immersa in quest’autoanalisi quando, a settembre, sono andata a Torino, al retreat sul planning del 2017 di Gioia Gottini. Un’esperienza speciale in cui ho avuto l’occasione di conoscere donne diversissime tra loro e tutte in gamba, determinate, stimolanti ed intelligenti. Quando si dice che le donne non sanno fare squadra e non sanno essere complici, è perchè non ci sono abbastanza retreat con Gioia!
Insomma, lì abbiamo lavorato sodo e l’obiettivo era pianificare l’anno prossimo a livello business. Ma non solo l’anno! Ogni singolo mese, settimana, giorno, è stato esaminato con l’attenzione dell’Allegro Chirurgo. E non si è organizzato il “solo” lavoro, ma anche tutto ciò che lo contorna: scrittura, fotografia, eventi, grandi e piccoli progetti. Mi ero iscritta perchè convinta di avere un problema di organizzazione. Perchè ho una spiccata capacità di improvvisazione e di riadattamento di fronte agli imprevisti, ma mi sentivo carente nella programmazione. Invece mi sono trovata perfettamente a mio agio. Durante questo corso ho capito che non è vero che non so organizzarmi, ma che avevo più che altro un problema di autostima. E l’aiuto, la fiducia, le energie del gruppo con cui ho lavorato e di Gioia, mi hanno aiutata a mettermi a fuoco. Ora mi sento centratissima, ho ben chiara la via che voglio percorrere, i passi che devo fare, tutti in fila uno dietro l’altro. E li sto già facendo. Ma mi chiedo: quanto, l’idea che avevo prima di me, ha bloccato certi passi?

Foto credits Marzia Allietta
Infine, il Tulilab. Lo sapete che l’ho rinnovato tutto proprio in queste settimane (lo vedete QUI). Prima si incasinava sempre. Era gestito male lo spazio, la disposizione degli attrezzi da lavoro, della mia stessa postazione. “Ovvio, sono disordinata!” mi dicevo. Invece, questo risveglio di autoconsapevolezza mi ha fatto sentire libera di studiare una gestione del mio laboratorio “come se” fossi ordinata. Il risultato è che, com’è logico, mentre lavoro semino il caos intorno a me, ma in pochi minuti tutto torna a posto. Non perdo più tempo a cercare cose, non perdo più energia a creare spazio.
Secondo me, quando dicono che più si matura, più si è se stessi, intendono anche un percorso così.
CONCLUSIONI
Se c’è qualcosa che ti blocca, o che ti tiene sospesa, prova a guardarti da fuori, come se ti vedessi per la prima volta. Ascoltati, come se ti sentissi per la prima volta. Entra nei tuoi spazi, come se ti ospitassi per la prima volta. E’ un esercizio difficile all’inizio, ma che ti mette in contatto con la te di oggi, che è sicuramente più bella e ricca di risorse e di sorprese di quanto pensi!

Illustrazione di Korri
Mi è piaciuto un sacco! E mi sono immedesimata parecchio 😉
Barbara diventiamo più “grandi” smantellando un autopregiudizio alla volta!
Bellissimo post, anche a me è capitato di capire all’improvviso che molte delle convinzioni spesso negative che avevo su di me non erano affatto vere o non lo erano più. Liberatorio, darsi il permesso di essere quello che veramente si è senza caricarsi di filtri che hai creato o che hanno creato gli altri per te, è veramente liberatorio, rinasci te stessa.
Un saluto da Kyoto
Ma ciao! Che bello trovarti qui (ti leggo nella mansardina ogni tanto e se mai un giorno realizzerò il sogno di fare un viaggio in Giappone, sei tra le mie “mete” ). Condivido assolutamente quello che dici, slegarsi dagli autopregiudizi è una grandissima conquista di libertà. E una volta che hai iniziato, non riesci più a smettere perchè scoprirsi è meraviglioso. Un bacio!
Cara Anna… anche il Giappone soffre di pregiudizi, molti pensano che sia caro…ma l’ultima volta che ho guardato volo andata e ritorno roma kyoto era meno di 400 euro in bassa stagione, e ti assicuro che i prezzi (lavoro in un hotel, quindi ti parlo anche di prezzi per alloggio) non sono per nulla proibitivi …scometto che adesso sembra un sogno meno lontano! Guarda che ti aspetto!! 😀
Bellissimo post!
C’è soltanto da mettersi al lavoro, con tutti gli strumenti possibili.
Grazie Anna
Francesca, ne abbiamo tanti! Un abbraccio cara!