No, non è la campagna antiinfluenzale promossa dal Ministero della Salute e no, non è nemmeno una campagna anti-influencer. E’ una campagna PRO-LIBERO-PENSIERO.
Qualche settimana fa ho imparato una cosa. Anzi, la sapevo già, la sappiamo tutti, ma me l’ero dimenticata.
A Vicenza si è appena chiusa la mostra su van Gogh Tra il grano e il cielo, che ha richiamato centinaia di migliaia di visitatori (un autentico record per la mia città, abituata a stare nell’ombra nonostante la sua bellezza).
Io ho aspettato proprio gli ultimi giorni per visitare la mostra e ci sono andata piena di scetticismo, perchè avevo letto recensioni non proprio positive. Tra le mie conoscenze, a qualcuno era piaciuta, a qualcuno no, come sempre, ma, in generale, avevo captato vibrazioni negative. Troppa gente, troppi disegni, quadri poco famosi. Ma, lo dicevo nella puntata numero uno del cuorcontento coaching (eccola QUI, se l’hai persa), quest’anno ho deciso che, le lamentele, non le voglio ascoltare. E poi, mi sono anche detta che sarei stata proprio una stupida a non andare a vedere van Gogh, quadri minori o no, avendo la mostra a due passi da casa, quando è arrivata gente da lontanissimo per vederla.
E per fortuna che ci sono andata!
Perchè mi è piaciuta tantissimo.
La mostra era costruita molto bene. Ti prendeva per mano e ti guidava, passo passo, nella mente dell’artista, nella sua crescita, nella sua urgenza di esprimersi, sete di imparare, fame di capire. Lo faceva lungo un percorso attraverso i disegni, i dipinti, i testi esplicativi e le lettere scritte dal pittore al fratello. Sembrava di stare nella sua testa e tutto sembrava succedere in tempo reale. Leggevi i suoi ragionamenti e vedevi come li traduceva in pittura. Leggevi i suoi tormenti, le sue insicurezze, il suo bisogno che tutto, alla fine, andasse bene. Il suo desiderio di essere accolto.
Arrivata all’ultima stanza, la didascalia iniziava così: questi sono gli ultimi settanta giorni della vita di Van Gogh. E io, ormai con le lacrime agli occhi, coinvolta a livello emotivo, che pensavo: “Nooo Vincent, resta con me!”
Con me. Capito? Perchè alla fine della mostra eravamo lui ed io.
Se avessi dato retta alle voci, mi sarei persa quest’esperienza. E anche l’opportunità di conoscere quadri meno noti, che son tutti bravi a vincere a poker se hanno in mano 4 assi.
E’ vero che è importante farsi consigliare. E’ normale chiedere pareri, ascoltare le esperienze altrui. Ma non lasciamo che siano gli altri a vivere per noi. Manteniamo sempre bello acceso il nostro spirito critico. Non facciamoci (troppo) influenzare.
Silvia dice
Ciao, sai, Van Gogh è entrato anche nel mio cuore.. Purtroppo non ho visto la mostra ma i 2 fil. Sulla sua vita ed opere si è mi sono piaciuti molto. Sono stati fatti molto bene ed attraverso essi ho scoperto la vita, i tormenti e la passione di questo sfortunato artista. Mi sono immedesimato in lui.. Tanto che I entrambi i film mi è scappata più di una lacrima. Mi ha proprio toccata dentro, nell’anima.. Hai ragione quando dici che non dobbiamo lasciarci influenzare da nessuno, perché ognuno di noi è pronto a cogliere e percepire emozioni differenti e personali nei riguardi di qualcuno o qualcosa.. Ognuno di noi coglie ciò che è pronto.. Ciò he gli deve arrivare.. ?ciao e buon weekend
Anna dice
Mi hai scritto parole piene di saggezza… in momenti diversi, siamo pronti per farci toccare in modo diverso, e per ascoltare quello che in quel momento possiamo capire. Grazie!
Chicca dice
Posso darti un piccolo consiglio? Se non l’hai già fatto, leggi Il valzer degli alberi e del cielo di Jean-Michel Guenassia (un punto di vista particolare sugli ultimi anni di Van Gogh): il tuo post me l’ha ricordato
Ciao
Anna dice
Oooooh grazie! Non lo conosco quindi me lo segno!
gloria dice
Sono d’accordo con te, a volte ci lasciamo condizionare da quello che dicono gli altri e ci perdiamo delle belle occasioni, sono dell’idea che è sempre meglio ragionare con la propria testa anche si va controcorrente.
A presto.
Gloria
Anna dice
Grazie Gloria!