L’estate scorsa a Creta sono scivolata su una storia vera. Che è bellissima, all’inizio. Poi triste. Infine tragica. Mi sono chiesta a lungo se raccontarvela. Ma io credo di sì, voglio raccontarvela, perchè mi sono affezionata ai due protagonisti senza nemmeno averli mai conosciuti. Magari mi prenderò qualche licenza poetica, anche inconsapevolmente, perchè è il racconto di un racconto di un racconto. Forse la casetta non era bianco calce, forse i protagonisti non erano così giovani come penso. Ma cercherò di essere il più aderente possibile a quello che ho capito e anzi mi scuso se ci sono delle imprecisioni. Volutamente ometto il nome del luogo e cambio i nomi dei protagonisti.
La storia di Ada e Dimitri
Dunque, immaginatevi questo paesello sperduto, un paradiso terrestre in uno degli angoli più remoti di Creta. D’estate quest’isola non è verde, rigogliosa e lussureggiante. Ma è selvaggia, è gialla e rossa e secca come la terra. Azzurra come il cielo e turchese come il mare più libero. La sua è una bellezza fatta di contrasti.
In questo paesello addormentato e poco battuto dai turisti, perchè quasi non c’è nelle guide e poco appare su internet, abitava il giovane Dimitri, che viveva un’esistenza tranquilla come il suo villaggio, senza curve, picchi e scossoni. Senza ambizioni e senza delusioni. Poi, un giorno, al paesello, arrivò la tedesca. Che si innamorò del paesello, di Dimitri e se lo sposò. I due andarono ad abitare in una casetta bianco calce con una piccola pergola ombrosa sul davanti. Ada era tutto l’opposto, del marito e del paesello. Efficiente, efficace, energica. Amava suo marito ed amava quel luogo incantato, fin troppo tagliato fuori dalla più grande ricchezza dell’isola, il turismo.
Con l’entusiasmo dei suoi giovani anni ed il pragmatismo delle sue origini, Ada si attivò ben presto per far arrivare più turisti (e qualche soldo in più) in paese.
E ben presto si cominciarono a raccogliere i frutti del suo lavoro.
Poi una sera, mentre era seduta sotto la pergola della sua casetta bianco calce, Ada fu punta da qualcosa. Non era una puntura qualunque, perchè iniziò a stare male. I vicini cercarono Dimitri, che non era in casa in quel momento, e quando lo trovarono era già passato un po’ di tempo. Lui corse dalla moglie, la caricò in auto e partì di corsa verso l’ospedale.
Ma il villaggio, ve l’ho detto, è in un angolo sperduto dell’isola e l’ospedale era lontano. Dimitri, vista l’urgenza, pensò di fermarsi all’ambulatorio di un presidio militare lungo la strada, dove Ada fu immediatamente assistita, le fecero una puntura e lei si sentì subito meglio. Ma le raccomandarono di proseguire verso l’ospedale.
Solo che lei stava bene, non aveva voglia di andare fino in ospedale, era tardi. Dimitri la riportò a casa. Durante la notte la crisi anafilattica si ripresentò e non ci fu nulla da fare. Ada morì.
Dimitri precipitò in una disperazione senza ritorno. Non si perdonava di non essere stato a casa con la sua Ada, quella sera. Pensava: “Se ci fossi stato fin da subito, saremmo partiti prima e l’avrei portata fino in ospedale direttamente, anzichè fermarmi al presidio”. Non si perdonava di non aver insistito per portarla in ospedale, dopo la puntura. Forse sua moglie si sarebbe salvata.
Dimitri non aveva più voglia di nulla. Non dormiva, non mangiava, non si lasciava consolare. Non lavorava più e si dava colpe che non aveva. Amici e parenti provarono a fargli ritrovare una ragione di vita, Ada non avrebbe voluto che si lasciasse andare, Ada avrebbe continuato a fare foto e ad accogliere i turisti. Ma Dimitri non faceva altro che stare sotto la pergola a fumare e bere caffè, a bere caffè e fumare.
Dimitri morì dopo pochi mesi dalla scomparsa della moglie.
La storia finisce così, non c’è happy end, non c’è un riscatto, non c’è un finale a sorpresa che ci rimetta in pace coi fatti. E’ una storia secca come la terra dell’isola, gialla e rossa in estate. E sferzante, come quel mare turchese quando c’è vento.
*la foto è di Myparadissi
laura dice
Ho i brividi. E’ terrificante e meravigliosa.
tulimami dice
eh sì…
Tullia Brina dice
Che storia…. definirla è quasi impossibile. Direi potente, come solo l’amore può.
Grazie di averla condivisa ?
Anna dice
grazie a te per averla letta! (ero molto indecisa se raccontarla o meno)
Giovanna Sperti dice
Che triste tenerezza …. <3