Care ragazze, il post di oggi sarà lungo ed interessantissimo, parla di Mindfulness e contiene un’intervista preziosa. Mi sono imbattuta per la prima volta nel concetto di Mindfulness leggendo la rivista Flow, tanto che poi ho voluto comprare anche il numero monografico che Flow ha dedicato a quest’argomento.
Ma cos’è, la Mindfulness? La parola è inglese e significa consapevolezza. Si riferisce ad una forma di meditazione che PRESTA ATTENZIONE al momento presente, al qui ed ora, in modo intenzionale e senza giudicare. La sto studiando da un po’ e mi affascina, sento che è un approccio nelle mie corde, perchè ho una mente turbinosa e spesso quello che mi succede e i miei stessi pensieri scappano via, senza viverli pienamente e a volte senza nemmeno conoscerli davvero. Invece vorrei avere più consapevolezza, più pienezza. Ma è difficilissimo spiegarla, questa Mindfulness, soprattutto per me che sono una novellina!
Ma sapete qual è la mia (e vostra)fortuna? Che proprio accennando a questa pratica sulla mia pagina facebook, mi sono imbattuta in Elisa Chiodarelli, di Quiet Room, che la Mindfulness la insegna e che è dolce e gentile e rassicurante. Mi è subito piaciuta e mi è venuta voglia di intervistarla, per capirci di più e perchè proprio lei mi ha detto che questa tecnica è molto utile anche per chi, come me, svolge un mestiere creativo. C’è da imparare molto qui, ragazze!
QUI trovate un utilissimo video che Elisa ha girato per spiegare cos’è la Mindfulness e lo fa molto meglio di me.
E qui sotto trovate la mia intervista ad Elisa, con le domande per gente creativa (anche se vorrei fargliene mille altre!)
1. Cara Elisa, al di là delle definizioni e delle spiegazioni didattiche generiche, vorrei chiederti: che cos’è, per te, la mindfulness?
La Mindfulness per me è un modo concreto – pratico – di ritrovare me stessa e il significato del mio vivere in questo mondo meraviglioso e a volte terribile. Sono quotidianamente presa nel vortice della vita (chi pratica meditazione non è per forza un eremita!) e cerco come tutti di stare al passo. Con la Mindfulness so che posso sempre ritornare “a casa”, nel respiro, nel momento presente. Posso trovare il tempo per sapere chi sono e per restituire senso a ciò che faccio. E posso permettermi di riscoprire le mie risorse interne di gioia e di presenza, che rendono la vita quotidiana molto più autentica.
2. E per me, come persona, cosa potrebbe essere, come potrebbe servirmi? Bisogna avere un problema, sentire di avere qualche punto irrisolto nella propria esistenza, per avvicinarsi alla mindfulness?
La Mindfulness è nata nel 1979 negli Stati Uniti come terapia per ridurre lo stress di chi aveva problemi cronici di sofferenza – malattie, difficoltà di origine psicologica, ecc. Ma sappiamo che la meditazione viene da molto più lontano, dall’India in particolare, e pesca direttamente nella tradizione buddhista di contemplazione.
È la risposta concreta al disagio che tutti noi viviamo in misura diversa; una sorta di difficoltà fondamentale ad accettare il cambiamento insito nel vivere: pensiamo a quando siamo felici perché tutto va bene e i nostri bisogni sono soddisfatti. Ci sembra che questo sia “normale” e quasi dovuto, ma poi a volte succedono eventi imprevisti che ci buttano giù e non sappiamo come fare a far fronte alla situazione. Oppure pensiamo a quando viviamo momenti di difficoltà (nelle relazioni, al lavoro o quando abbiamo problemi di salute) e sentiamo che la nostra vita è totalmente fuori controllo. Ecco, la Mindfulness ci viene in aiuto per riprendere in mano il nostro vivere. Ma anche per far fiorire ulteriormente tutte le qualità innate di gioia, felicità, pazienza e creatività che non aspettano altro che di venire viste e coltivate.
3. Mi dicevi che la mindfulness può rivelarsi una risorsa preziosa anche per chi, come me, fa una professione creativa. Per superare qualche scoglio o difficoltà in cui ci impantaniamo. A volte, per esempio, sentiamo di avere le idee bloccate, può capitare che il flusso creativo in qualche modo si interrompa. Come può aiutarci la mindfulness a sbloccarci?
Quando pratichiamo Mindfulness – e lo facciamo per un po’ di tempo – si crea una “magia”: qualcosa dentro di noi si sblocca, la coscienza si espande, si creano connessioni che prima non vedevamo, la mente diventa più spaziosa. C’è simultaneamente la capacità di focalizzarsi su un oggetto specifico e realizzare una visione di insieme. E quando siamo creativi, le cose funzionano più o meno nello stesso modo: siamo guidati da una sorta di visione d’insieme rispetto alla cosa che vogliamo creare (una musica, un libro, un giardino, un oggetto, un nuovo sistema, ecc.) ma siamo anche in grado di concentrarci sui suoi particolari, che riusciamo a far emergere senza doverci sforzare particolarmente – senza usare per forza il nostro lato mentale. E di nuovo, la Mindfulness ci allena a osservare, entrare nell’esperienza senza commentare ciò che vediamo, senza giudicarlo. Ci aiuta ad assorbire ciò che viviamo in modo profondo e gentile. Che è anche il presupposto perché ciò che abbiamo appreso possa essere restituito, così come lo vogliamo reinterpretare noi, in modo personale e autentico.
4. A volte invece ci sentiamo frustrate o deluse o amareggiate o non all’altezza, perchè i nostri progetti non stanno andando come pensavamo e speravamo, perchè non stiamo raccogliendo i risultati che avremmo voluto. Come può venirci in aiuto, in questo caso, la mindfulness?
“Ogni stato d’animo che evito, mi insegue; ogni stato d’animo che accetto, mi trasforma” – dice in una poesia Jennifer Paine Welwood. Ed è così; anche nel mio caso, quando cerco di ottenere un risultato a tutti i costi, mi può accadere che non riesco a realizzarlo o che la tensione in cui vivo mi impedisce di godere di quello che c’è già e che forse non vedo. Quando mi ammorbidisco un po’ e allento la presa sulle aspettative, da un lato riesco ad essere grata per le piccole cose magiche che mi accadono ogni giorno, dall’altro, sono in grado di accettare che per andare avanti dovrò stare ancora un po’ nel “non conosciuto” – cioè nel momento presente, che forse non corrisponde totalmente ai miei ideali. La strada per la felicità passa senz’altro per l’accettazione di come sto in questo momento, dei miei eventuali stati d’animo difficili, della delusione e dell’amarezza. Da qui si può partire per scoprire cosa ancora può essere fatto, in quale modo nuovo o diverso e in quale nuova direzione.
5. Il tuo sito si chiama Quiet Room, una stanza tranquilla in cui riappropriarci della consapevolezza di noi stessi. Mi dicevi che possiamo realizzarne una tutta per noi, a casa nostra: come ci consigli di fare?
Credo che in ogni momento della nostra vita, ciascuno di noi sia al contempo unico e irripetibile, ma anche parte di un tutto, un filo nel tappeto dell’universo – senza il quale le cose non sarebbero così come sono. È inevitabile che il luogo che abitiamo, che entra in relazione con noi in modo diretto, faccia molta differenza. Riconoscerlo e farne un posto dell’anima, secondo me è molto importante. Detto questo, via libera a tutto quello che ci fa sentire noi stesse, autentiche e presenti. Secondo il “principio del contenitore” (QUI Elisa ci racconta come creare la nostra Quiet Room) di ispirazione buddhista, la nostra stanza tranquilla dovrebbe essere pulita e ordinata; dovrebbe rappresentare un posto in cui tornare, anche quando le cose non vanno per il verso giusto, perché è proprio in quei momenti che abbiamo bisogno di un punto di riferimento in cui poterci tranquillizzare, poter ritrovare il silenzio e dover poter coltivare le risorse che tutte noi abbiamo. Risorse di autenticità, presenza, chiarezza e creatività.
6. Per approfondire. Hai qualche lettura da consigliarci? Quando, l’estate scorsa, ho letto lo speciale sulla mindfulness di Flow magazine, mi è subito voglia di saperne di più. Mi ha molto incuriosita questo approccio sereno alla propria identità, con gentilezza, senza giudizio e senza alcuna verità imposta. Ma mi sono anche accorta che da sola posso arrivare fino ad un certo punto, che avrei bisogno di qualcuno che mi guidi almeno nei primi passi. Però, ti dico la verità, ho trovato corsi molto costosi oppure rivolti a professionisti (medici, psicologi…) o a casi particolari (bambini con ADHD, persone con qualche tipo di dipendenza…). Ma io, persona normale che vuole semplicemente approfondire per crescita personale, a chi o dove può rivolgersi? (per esempio, il tuo percorso su misura, si può fare anche online?)
La Mindfulness non serve solo come terapia per chi attraversa un momento di difficoltà; anzi, è proprio quando siamo in equilibrio che sarebbe il momento giusto per occuparci del nostro giardino interiore. Seminando, ripulendo, ordinando un paesaggio che nei momenti di tempesta avrà già le risorse per resistere attraverso le eventuali avversità. Fare dieci minuti di Mindfulness la mattina appena sveglie, per esempio, quando la casa è ancora silenziosa e noi siamo fresche e pronte per l’avventura della nuova giornata, è una pratica che consiglio di cuore. Soprattutto quando “l’avventura” si prospetta complicata dai mille impegni e orari da rispettare. Spetta a noi sole questa responsabilità, quella cioè di costruire le basi per la nostra felicità, un respiro alla volta.
E sono certamente disponibile – e contenta – di ascoltare (anche via Skype) e condividere l’impostazione generale della routine quotidiana mindful, che prevede anche il prendersi cura di noi dal punto di vista alimentare (mindful eating), degli abiti che indossiamo, il luogo che abitiamo e le persone di cui ci circondiamo.
Per saperne di più, consiglio i libri di Jon Kabat Zinn, il biologo americano fondatore del programma MBSR per la riduzione dello stress. Sono tutti belli e di facile lettura.
Grazie mille per il tuo tempo, Elisa, è stato davvero un piacere!
Dunque ragazze, che ne pensate? Io settimana prossima ho un appuntamento con Elisa via Skype, perchè questa Mindfulness la voglio proprio incontrare! (vi ricordo il sito di Elisa per saperne di più: QUIET ROOM)
Claudia dice
Brava a scrivere questo post! E’ un tema che incuriosisce tanto anche me…
Anna dice
Sì, voglio proprio approfondire Claudia! Voi come state?