I primi mesi di quest’anno sono stati un po’ faticosi, professionalmente parlando. E non parlo di fatica fisica e mentale, quella data dall’aver tante cose da fare. Era più un fatto di umore. Mi sentivo scarica, demotivata ed infastidita da alcuni fatti e comportamenti (o non comportamenti) che osservavo attorno a me. E più mi sentivo demotivata, meno trovavo l’energia mentale per coltivare il mio lavoro. Che non è solo “fare cose”, ma anche progettare, pianificare, sviluppare idee (scartandone mille altre) e soprattutto avere una VISIONE che si spinge ben più avanti di ciò che è contingente.
E più mi scaricavo, più mi sentivo in colpa. Mi dicevo: ma Anna! dovresti fare questo e quello, e aver già fatto questo e quell’altro e aver già preso delle decisioni e avere già impostato alcuni programmi.
Stai sprecando tempo, datti una mossa!
Ma lo sappiamo bene che il senso di colpa è controproducente. Più lo provi più ti blocca. Più ti blocchi più lo provi.
E poi, non ricordo nemmeno se su Pinterest o su Instagram o chissà dove, mi sono imbattuta in una frase.
There is nothing in nature that blooms all year long, so don’t expect to do so either
(Non c’è niente in natura che fiorisce tutto l’anno, quindi non pretendere di farlo tu)
Quando si dice che l’universo ti parla mandandoti dei segnali, cavoli, io ci credo!
Una frase quasi scontata, no? Arrivata velocemente scorrendo il dito su un piccolo schermo. Eppure balsamica, se capita nel momento in cui ne hai più bisogno.
Mi ha offerto una prospettiva diversa. “Cavoli, hai ragione!” ho pensato, rivolgendomi ad un interlocutore immaginario “i fiori appassiscono, ma poi ne spuntano di nuovi. E i campi vengono messi a maggese mica per niente! Ed io, essere umano limitato e pieno di difetti, pretendo da me l’inesauribilità”. Quello che prima mi sembrava un ramo secco da tartassare di fertilizzanti, poi è diventato un bellissimo ramo spoglio che custodiva un germoglio. L’unica cosa da fare, era accudirlo, volergli bene ed aspettare.
E, pian piano, senza fretta, sono rifiorita.
Questa storia, le ragazze iscritte alla Tuliflix (la mia newsletter che è partita ieri), la conoscono già, ma volevo raccontarla anche a chi non lo è, perchè, non lo so, magari qualcuna è in un periodo un po’ così, un po’ spento, un po’ stanco, a volte anche un po’ deluso. E ha solo bisogno di comprensione e di una carezza, che a volte può arrivare così, scorrendo il dito su un piccolo schermo.
diafoletto dice
lo so… rischio di violare qualsiasi legge:
ma l’ho stampato e appeso.
perdonami tulimami
Anna dice
Che bello Chiara!
polepole dice
Ciao! Arrivo qui indirizzata da Lallabel e guarda un po’, arrivo al momento giusto!
Sì che serve anche a me questa frase, sì che ci sono periodi un po’ così (ci sono proprio in mezzo anch’io), certo che sembra una cosa scontata: il fatto è che senza aver trovato per caso quella frase, da un po’ stavo cercandola. Ora ho anche la conferma di cui avevo bisogno.
Grazie per averla tradotta in segni tatuabili 🙂
Anna dice
Sono stupita di tutte le persone che mi scrivono per dirmi quanto abbima fatto loro bene questa frase. O forse non dovrei stupirmi, visto che l’ha fatto anche a me. E sono ancora più contenta di averne parlato. A te, grazie per avermelo raccontato! Anna