Oh mia valorosa amica,
Sto imparando a non perdermi in introduzioni inutili, quindi te lo dico subito: questo mese senza social e con poco smartphone è proprio volato, ho fatto un sacco di cose e anche un po’ di dolce far niente. Ma adesso, sono tornata.
Cos’è successo a livello lavorativo
A parte, come al solito, seguire gli ordini e occuparmi delle tulibox, questo mese è silenzioso e burrascoso.
E com’è, di grazia, che vanno assieme, il silenzio e la burrasca?
All’inizio, privata dei mille stimoli che arrivano da tante parti diverse (mica solo i social, ci sono anche i podcast, youtube, Pinterest, ecc…) ho fatto tanto silenzio: bello, tranquillo, riposante. Mi sembrava quasi una vacanza! Nel silenzio, però, m’è toccato ascoltare quella cavolo di voce interiore, hai presente? La zittivo da un anno con scuse e distrazioni, la imbavagliavo, poverina, perché è tanto confortevole fare le cose sempre allo stesso modo e lei invece mi diceva “Cambia”; in silenzio lei no che non ci voleva stare e così ho dovuto prendere una decisione che rimandavo e rimandavo perché mi fa un sacco di paura.
Insomma, il mese è stato burrascoso perché dovevo decidermi a decidere.
Fioritura e rebranding
Il fatto è che sono cresciuta, sia artisticamente sia personalmente (le due cose sono indivisibili, che te lo dico a fare); anzi, più che cresciuta, direi che mi sono presa cura del mio giardino, per farlo fiorire, coltivando piante rigogliose, ma rispettando anche quei semi che sbocciano più lentamente perché hanno altri tempi, per essere pronti (in questo video dei Tlon si parla di “fioritura personale”, dura solo 3 minuti e dice proprio quello che faccio e che penso, ma molto meglio di come lo direi io). Insomma, è ora di dare più spazio alle cose che, in questi anni, ho imparato a fare meglio, è ora di far sbocciare quei semi più lenti, ma freschi e vivaci.
E’ ora di fare un bel rebranding!
Si tratterà di ridefinire diversi aspetti del mio lavoro e passare proprio dall’ascolto, stavolta non di voci imperiose dentro di me, ma l’ascolto di te e di chi, come te, mi sceglierà per guardarsi, raccontarsi e volersi bene. Cercherò di accompagnarti nei cambiamenti che ho in mente e di fare questa strada insieme a te: più ci penso più sono convinta e più mi spavento, perché si tratta di sistemare tante piccole e grandi cose e prendere tante piccole e grandi decisioni. Qualcosa resta, solido e tenace come una roccaforte (lo special club, i gioielli di famiglia e le facce), arriverà qualcosa di nuovo (che è in gestazione), e tutto il resto sparirà, perciò leggi bene qui sotto!
Un’informazione importantissima
Potrai acquistare i biscù della natura, i biscù dei mestieri, le geometric chic, le breakfree e le tuliclips, i Jardin des Tulieries, la collezione per la casa, per uomo e di Natale fino al 30 giugno (li trovi nello shop) e poi ciao!, li saluteremo insieme e non li troverai più! Cavolo, mi par quasi di star dicendo addio a degli amici che stanno per andare a vivere su Marte e non ci rivedremo mai più, ma quante cose belle abbiamo fatto insieme e quelle resteranno per sempre.
Qualche riflessione sui social, l’assenza e la presenza
Ho ragionato molto sul concetto di utilità e benessere. Quando ho parlato di volermi prendere una pausa da Instagram, le risposte che ho ricevuto sono state molto interessanti e costruttive. In molte, c’era espressa una sorta di insofferenza/dipendenza dai social. I social sono una medaglia con due facce, anzi, sono più un dado (come noi, no?, che non siamo una cosa sola). Ci sono bellezza, operosità, informazione buona, ma anche esibizionismo, informazione cattiva, pressapochismo. C’è ispirazione, quella che ti fa venire voglia di fare sempre meglio, ma c’è anche una sorta di appiattimento che non aggiunge alcun valore alla tua vita, ma che, anzi, ti fa perdere un sacco di tempo inutilmente. E poi ci son quelli che vogliono insegnarti come starci dentro (o fuori): come usare i social/come disintossicarsi dai social, come trasformare i followers in clienti/come fare marketing senza social… un tantino confondente, no? Io penso che ognuno possa trovare la propria ricetta per viverseli bene e che sia diversa per ciascuno: per me, si tratta di bilanciare la sfera personale e quella professionale, con la lentezza e la misura che sento più giuste, cercando di costruire qualcosa di buono e utile, lavorando e anche divertendomi. Quindi, ho deciso che, prima di pubblicare qualcosa, mi chiederò: ma questa cosa è utile a qualcuno, a chi e in che modo? E se mi renderò conto che serve solo per riempire un vuoto, per la paura che l’algoritmo mi penalizzi o solo perché l’ennesimo guru mi vorrà dare le sue regolette, ecco, allora schiaccerò CANC e ci sentiremo un’altra volta.
Quando non lavoravo e non prendevo impavide decisioni
Ho corso la mia prima 10 chilometri ufficiale (la My Deejay Ten), ho prenotato il vaccino per me, le vacanze, il vaccino per i miei figli, un’altra vacanzina, il primo pranzo al ristorante dopo tanto tempo. Ho fatto un tifo sfegatato per i Màneskin all’Eurovision song contest, ma ho imparato la 10 years dance (dai, imparala anche tu che poi la facciamo insieme!)
Perciò dai, via che si riparte, ora che sono arrivate tutte le tulibox di primavera, posso togliere il sigillo della segretezza sul loro contenuto, ma anche su come sto usando la parola dell’anno,e poi ti devo raccontare man mano del rebranding, insomma, tante cose! Dimmi che ne pensi, ci tengo, e raccontami di te!
Intanto, ti bacio e ti abbraccio.
Anna
(P.S.= questo articolo è sottoforma di lettera perché è proprio la newsletter che ho inviato oggi a chi vi è iscritta)
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