La scelta della parola di quest’anno è stata molto comica. Perchè è sfidante, sfidantissima. Molto impegnativa, per me. Mi porta chilometri al di fuori della mia comfort zone. E così mi dicevo: Anna, ma sei sicura? Anna, ma sarai capace? Ma quando la sceglievo, ero nell’anno del Cuorcontento, perciò è ovvio che mi rispondessi sempre con ottimismo, no? E poi, tu pensi mai che l’universo in qualche modo ti parli? Mentre pensavo alla mia parola dell’anno, ero indecisa tra due. C’è stato un momento preciso in cui stavo per optare per l’altra. E subito dopo, stavo leggendo SBAM! di Jovanotti, ho girato pagina e c’era un brano di Giovanni Soldini, il velista, intitolato “Oceani di plastica”. Parla del mare che si sta riempiendo di plastica e degli effetti catastrofici dei nostri consumi dissennati sull’ambiente. Dimmi tu se non è stato un segnale! Dunque, dai, via che si va, la mia parola per il 2019 è
ZERO WASTE
Sono tutta emozionata! Ma tutta proprio eh! ZERO WASTE significa “zero sprechi, zero rifiuti”. Uno stile di vita “zero waste” punta, sostanzialmente, a ridurre notevolmente i rifiuti, gli sprechi. Pensa solo a tutte le confezioni, gli imballaggi, i contenitori di plastica, che finisco nella spazzatura, perchè tanto quello che ci interessa è il contenuto, non il contenitore. E tutta quella plastica, che fine fa? Non preoccuparti, non mi trasformerò in un’ambientalista fanatica ed estremista. Non farò mai predicozzi, perchè non li sopporto. Ma voglio essere una consumatrice più consapevole, voglio trovare alternative senza plastica, voglio comprare oggetti che durano e che hanno un significato, che trasmettono un emozione (in questo, l’essere un’artigiana mi aiuta tanto, perchè fa parte della mia filosofia del lavoro: realizzare qualcosa che resta, usando materiali naturali, come il legno, nel mio caso). Io pensavo di essere già abbastanza attenta all’ambiente, ma negli ultimi mesi mi sono accorta che posso fare molto, molto di più. Sai quando all’improvviso apri gli occhi e ti accorgi che quella cosa, che è sempre stata lì, l’hai sempre vista, all’improvviso si mostra in tutte le sue sfaccettature e ti rendi conto che è tanto più grande?
Il mio anno Zero Waste sarà un anno di scoperta, in cui avrò molto più da imparare che da insegnare. E, se sei già avanti su quest’argomento, scrivimi, raccontami, dammi consigli! Ho bisogno di sapere, di scoprire, di formarmi! Da parte mia, cercherò di condividere con te le mie scoperte, e ho già in mente una serie di tutorial da proporti per reinventare, riciclare, rinnovare, oggetti che altrimenti finirebbero nel cassonetto. Cercherò anche di raccontarti meglio i materiali che uso nel mio lavoro, le scelte che faccio, tra slow working e slow living.
Capisci ora, perchè ero titubante, all’inizio? Mi sembra un obiettivo difficilissimo. Ma più ci pensavo, più mi esaltavo, perchè, e questo è il lato favoloso della parola dell’anno, che si spalma sulle tue giornate come la marmellata sulla fetta di pane, perchè, dicevo, mi rendevo conto che “Zero waste” non si applica solo al lato ecologico della vita. Ma ad una vagonata di altri campi! Ti faccio tre esempi:
- io, anche se sono molto migliorata, perdo ancora troppo tempo al cellulare. Lo prendo in mano pensando “Rispondo ad una email 5 minuti” e poi ne passano 30 facendo altro. Me ne sono resa conto usando un’ app che ti calcola quanto tempo passi nelle varie app e funzioni del telefono (si chiama Your Hour, ma ce ne sono tante e gli iphone ce l’hanno incorporata in uno degli ultimi aggiornamenti). Zero Waste mi aiuterà (lo sta già facendo), a sprecare meno tempo. Cazzeggiare col telefono non è il male, eh? Anzi! Ma c’è un confine tra lo “svagarsi per un po’ ” e il “perdersi”;
- L’anno scorso ho capito che, lavorativamente parlando, ci sono attività che non vanno bene per me, mi succhiano molte energie e non sono quello che voglio veramente fare. Certo, a volte è davvero difficile dire di no. C’è sempre la paura di perdere un treno. Altre volte però ti rendi conto che è più sano lasciare il posto a qualcun altro, perché mi è capitato di guardarmi indietro e pensare: “Avrei potuto usare le mie idee, le mie risorse e le mie ore, in maniera più efficace, per me, per me Anna, per me Tulimami”. Zero Waste mi aiuterà a non disperdermi;
- Ad un certo punto, nel corso dei mesi passati, mi sono accorta che mi facevo condizionare nei pensieri da alcune persone che si sono autodesignate il ruolo di “predicatrici”: si esprimono benissimo ed in maniera molto coinvolgente, così per un po’ ti incantano, pensi che dovresti pensare così anche tu, fare così anche tu. Ché se non fai così anche tu, sei OUT. Succede che perdi un attimo la direzione, perché in realtà tu non la pensi così, tu non faresti così, e di essere OUT in realtà non te ne importa nulla. Oggi, appena sento aria di predicozzo non richiesto, sego il palo alla velocità della luce, oppure silenzio, smetto di seguire. Mi son sempre sentita abbastanza outsider e “zero waste” mi aiuterà ad esserlo con gioia. Non voglio sprecare pensieri dietro a persone che mi dicono come dovrei essere, ma anzi, impiegare il mio tempo ascoltando persone che mi aiutano a capire chi sono.
E potrei andare avanti con mille altri esempi.
Insomma, mi aspetta un anno davvero sfidante, so già che farò dei gran scivoloni, che ci saranno dei momenti in cui mi sentirò stanca ed inadeguata, che mi sembrerà di fare una gran fatica. E so anche che un anno solo non basta, che un anno è appena l’inizio. Ma si parte sempre dal primo gradino, no?
Come ti sembra, questa parola, ti piace? Mi seguirai in questo viaggio che si prospetta fin dai primi passi avventuroso?
Cristina dice
Certooo che ti seguirò! Super interessante. Lo scorso anno ho iniziato col “rimuovere” tutto quello che in casa era di troppo, una sorta di minimalismo. Uso saponette che durano una vita, fazzoletti di stoffa, mi porto i miei sacchetti per la spesa e per frutta e verdura.
Non vedo l’ora di seguirti in questo tuo Zero waste! Tanta energia, complimenti!
Anna dice
Mi fai venire in mente che su Netflix c’è un documentario che si intitola proprio Minimalism! L’hai visto? Sono felice di fare questo viaggio con te!
Valentina Giordani dice
Mi sembra un ottimo proposito, anche io vorrei partire con qualche sforzo in questo senso.
Dei tuoi spunti accoglierò volentieri quello sull’uso delle saponette, cercherò di prediligere i prodotti con meno confezioni e continuerò ad avere sempre con me le shopper riutilizzabili per la spesa.
Quello che non riuscirò ad abbandonare è lo scottex…con i bimbi piccoli in casa è troppo comodo!
Anna dice
ahahaha Valentina ti capisco! Guarda, secondo me è importante fare qualcosa, ognuno in base al tempo e agli strumenti che ha a disposizione, ma anche al momento di vita che sta attraversando (e il momento “bimbi piccoli” è intenso!). Non è necessario trasformarsi in campioni mondiali di ecosostenibilità. Ma, chi poco, chi tanto, insieme si può fare davvero molto!
Laura Tanzi dice
E l’idea di usare il proprio tempo in maniera più efficace e felice…questa è la parte del motto ZERO WASTE che voglio fare mia..perchè tu parli del cell…ma anche la tv vogliamo parlare di quanto tempo buttiamo via dietro la tv???
Ah Buon Anno Anna a te e alla family! Ti seguo sempre (anche da lontano) con affetto!
Anna dice
Ciao Lauraaaa! Come state? Vi pensavo proprio qualche giorno fa! Hai ragione, anche la tv è una gran “tempovora”!
SarU dice
bellissimo proposito per il 2019!
Io voglio ridurre soprattutto i rifiuti domestici. Fare la spera nella bottega di “frutta e verdure”, o al mercato, aiuterebbe ad azzerare la quantità di sacchetti bio presenti nel frigorifero. Nel mio piccolo, invece, voglio provare a ridurre la quantità di cosmetici che ho nell’armadietto. Ho iniziato mettendo in un beauty tutto quello che avevo doppio (struccante, latte detergente,…), una volta finiti i prodotti in uso andrò a recuperare quelli accantonati prima di andare in negozio!
Anna dice
Questo consiglio all’apparenza così semplice, è davvero tattico! Anche io ho doppioni e non ha senso. Farò come te! E poi, man mano che li finirò, li sostituirò con l’alternativa green (per esempio shampoo e dentifricio solidi). Grazie!!!
Chicca dice
Bellissimo!!! Io sono su quella strada da molto e non è facile: fazzoletti e tovaglioli di stoffa, borse portate da casa e mille altre cose. Però non conosco il beeswasp wrap (e chissà quante altre cose!): sarebbe bello se ne tu parlassi. Per quanto riguarda il tempo, la mia parola è ottimizzare: mentre aspetto che sia pronto il tè svuoto la lavastoviglie, mentre l’acqua per la pasta bolle guardo instagram, organizzo le pulizie di casa secondo uno schema che mi porta anche a fare la spesa in modo tale da riparmiare uscite e quindi benzina (vivo in campagna, un po’ isolata, quindi purtroppo non ho alternative all’auto). Ma c’è sempre da imparare e migliorare, quindi….parliamone insieme!!!
Anna dice
Ciao Chicca! Sul beeswax wrap ho scritto a Elena, ma in breve! Cerca il video di Carotilla su youtube, ne ha parlato approfonditamente! E sì, parliamone insieme, insieme facciamo più strada! Grazie 🙂
Chicca dice
Grazie, vado subito a vedere!
Elena dice
Ottima idea, come ti ho scritto su Instagram alcune cose come i fazzoletti, i tovaglioli e anche il sapone già li usavo. Cos’è Il beeswax wrap? Io volevo provare anche gli spazzolini in bambù
Elena dice
Che bella idea, come ti ho già scritto in Instagram già usiamo fazzoletti e tovaglioli di stoffa. Anche le saponette. Cos’è il beeswax wrap? Io volevo provare anche gli spazzolini in bambù
Anna dice
Ciao Elena! Si tratta di teli di cotone di varie misure trattati con cera d’api e sostituiscono la pellicola in molte funzioni, come per esempio coprire un contenitore oppure un frutto o una verdura tagliati. Essendoci la cera, col solo calore delle mani si modellano attorno al contenitore o all’alimento da proteggere. Ci sono delle accortezze da rispettare sul lavaggio e la manutenzione, ora sono stata molto sintetica, ma prova a cercare Carotilla su Youtube, ha fatto un video molto esaustivo!
Velia dice
Io ho già iniziato da un po’, con saponette (che bello tornare bambina ed insaponarsi come faceva la mamma!), salviettina struccante che, oltretutto, pulisce la pelle, e riso, pasta e legumi sfusi.
Anna dice
Sìììì quella schiumetta lì, solo il saponetta la fa bene!
Deb dice
Io ho cominciato da un anno con l’acqua presa alla casetta dell’acqua e così il sacco della plastica è più leggero. Per i detersivi e i saponi cerco le ecoricariche oppure prendo quelli alla spina possibilmente naturali. Ho reintrodotto i tovaglioli di cotone e a casa usiamo da sempre i fazzoletti di cotone.
Spero per il 2019 di fare meglio, magari aiutata anche da te !
Anna dice
Ciao Deborah! Sì insieme andremo più lontane ed è bellissimo sapere che siamo tante, chi più avanti chi più indietro sullo stesso cammino. E quello che mi piace è che questo cammino non è una gara a chi è più virtuosa, ma un tenersi per mano e aiutarsi!
Roberta - Color Carta da Zucchero dice
Certo che ti accompagno in questo viaggio! 🙂 Nel mio piccolo, pure io mi sono resa conto di quanto mi circondassi di spazzatura, letteralmente. Perciò mi sto informando su un po’ di cose di cui voglio “modificare” l’acquisto, cioè ad esempio tutti i prodotti di uso quotidiano contenuti in bottiglie di plastica (dall’acqua ai detersivi di ogni tipo, ai cibi). Come? So che in varie città esistono negozi in cui andare con il proprio contenitore vuoto del detersivo e riempirselo lì, pagando tot a litro. Idem per l’acqua, a 0,05€ al litro! Molto meno che comprarla, se proprio vogliamo vedere anche il lato economico. E sono molti i comuni che mettono a disposizione questi dispencer.
In commercio esistono anche delle buste lavabili, adatte per il contatto con i cibi, da portarsi dietro e inserirci qualsiasi tipo di cibo sfuso, al posto di quelle del supermercato che, pur essendo biodegradabili, con l’adesivo del prezzo appiccicato sopra perdono la loro biodegradabilità. Se mi scordo questa busta, uso quelle del supermercato ma prima di buttarle separo l’etichetta dal sacchetto.
Nei negozi (anche quelli di abbigliamento) poi ho smesso di farmi dare le bustine. Inutili, non sapevo mai che farmene e finivano puntualmente nell’immondizia. Riciclo quelle che ho già e io vivo più leggera.
Alla mensa dove vado quotidianamente in pausa pranzo scelgo i bicchieri di vetro invece di quelli di plastica perchè, a pensarci bene, dopo il mio utilizzo (di 30 secondi) finiscono nel cestino.
Niente più bicchieri, posate e bicchieri di plastica neanche a casa mia. Se ho ospiti, di certo non muoio se ho qualcosa in più da mettere in lavastoviglie. Il discorso vale comunque per tutte le cose “usa e getta” in generale.
Potrei elencartene molte altre di azioni ma queste per il momento sono quelle che applico io nella mia quotidianità.
Appena ne ho altre sarò ben felice di fartelo sapere.
Un saluto!!
Roberta
Anna dice
Ciao Roberta! Grazie di cuore per il tempo che hai impiegato a rispondermi. Moltissime cose già le facevo, ma per esempio non sapevo dell’etichetta che annulla la biodegradabilità dei sacchetti. Cavoloooo! Io vado dal fruttivendolo che usa sacchetti di carta, ai mercatini di Campagna Amica e poi in un negozio che vende sfuso il cibo, cereali, legumi, farina… e alla spina i vari detergenti per la casa. Nonostante questo, ogni giorno mi balza all’occhio qualcosa che magari ho usato spensierata fino a ieri e che invece potrei sostituire con l’alternativa green. Sabato per esempio mi sono presa l’Oriculì, che sostituisce il cotton fioc, si lava e dura per sempre! Quasi quasi raccolgo le tue/vostre/mie idee in vari post, perchè tutte abbiamo qualcosa di utile da trasmettere! Perciò sì per favore, quando fai qualche scoperta raccontamela, ed io farò altrettanto!