(Promemoria: la mia parola dell’anno, quest’anno, è zero waste, zero sprechi, puoi trovarla QUI)
Inizia oggi, come vi avevo promesso, il racconto a tappe di come stiamo affrontando il cambiamento verso uno stile di vita il più possibile zero waste. Sebbene il livello ZERO mi sembri più un’utopia alla quale tendere che un obiettivo veramente realizzabile, quello che ci è stato chiaro fin da subito è che si possono ridurre significativamente gli sprechi, i rifiuti e, soprattutto, la plastica impiegata inutilmente.
La prima tappa di cui ho pensato di parlare è “la spesa alimentare”, che può forse sembrare difficile, ma per noi è stata facile e veloce. Perchè? Perchè in realtà, ormai da anni, da quando i bimbi erano piccini picciò, abbiamo scelto, con consapevolezza e gradualità, di adottare le famose “sane abitudini alimentari”, quelle che conosciamo benissimo tutti, quelle raccomandate dall’OMS, quelle della stra-nominata piramide alimentare, l’avrete vista mille volte tutte, anche se ne esistono alcune varianti, ne metto una:
Se la osservate attentamente, vedete che non sono proprio contemplati junk food e cibi industriali e processati. E se non li mangi, non accumuli montagne di confezioni vuote. Ehi, ci tengo a dirvi che non siamo estremisti, anzi, e, specie nelle occasioni conviviali, mangiamo tutto e volentieri, ma la nostra alimentazione segue per la maggior parte del tempo la famosa piramide.
Quindi, prima indicazione per una spesa zero waste: scegli ciò che mangi. Che è anche il titolo di un libro bellissimo di Anna Villarini che vi consiglio caldamente perchè spiega un sacco di cose su quel che mangiamo. Potrebbe sorprendervi scoprire che un’alimentazione rispettosa dell’ambiente coincide con un’alimentazione rispettosa della nostra salute. Io però non sono un’esperta in nutrizione, perciò per qualunque dubbio o approfondimento, vi consiglio di rivolgervi al vostro medico o ad un nutrizionista.
L’altra abitudine che ho adottato da diversi anni è stabilire, di settimana in settimana, i nostri pasti. Colazione, pranzo, merenda, cena. Questo mi aiuta sotto tanti punti di vista. 1. so già cosa cucinare; 2. ho già la lista della spesa pronta; 3. ruoto con facilità i cibi e quindi ne garantisco la varietà; 4. compro solo ciò che mi serve per quella settimana, così non mi ritrovo a buttare cibo andato a male; 5. spendo meno e 6. è facile fronteggiare imprevisti ed improvvisate, perchè, se abbiamo una cena fuori all’ultimo momento, mi basta solo slittare in avanti i pasti di un giorno e non rischio di buttare nulla.
Dunque, seconda indicazione: abituatevi a fare un menù settimanale, all’inizio ci vorrà un po’ di lavoro, ma dopo qualche settimana avrete tanti menù già pronti e vi basterà alternarli e semplicemente aggiornarli col cambio delle stagioni.
Infine: dove fare la spesa?
Dunque, se i primi due comportamenti (consumo consapevole e menù settimanale) sono arrivati gradualmente e dietro la grossa spinta di avere uno stile di vita più sano per noi e per i nostri figli, la spesa zero waste, e in questo caso mi riferisco proprio alle confezioni, è arrivata abbastanza di botto. E’ solo un mese che praticamente non vado più al supermercato e l’altro giorni ci siamo andati per comprare la sabbia del gatto e mi è sembrato così strano! Un’abitudine che avevamo fino a poco tempo fa, mi sembra già lontanissima! Il fatto è, e ve lo dico proprio onestamente, che non avevo mai pensato ai contenitori, ma solo al contenuto. E son qua che mi chiedo: “Ma Tuli, ma come hai fatto, come hai fatto, a non farci caso per così tanto tempo? Vai al supermercato e ti riempi il carrello con i cibi confezionati con la fogliolina verde, ma intanto quelle confezioni che fine fanno?”
Quindi, qui di seguito vi faccio un elenco di dove facciamo la spesa, segno anche i più banali eh, ma segno tutto, perchè se al supermercato si trovano le mele nella vaschetta di polistirolo e pellicola, significa che ha senso indicare tutto. (Di usare le sporte di stoffa non occorre nemmeno dirlo, vero?)
- i negozietti, in generale, perchè prediligono incartare il cibo nella carta (fruttivendolo, panettiere, macellaio…)
- il mercato (idem);
- il mercato di agricoltori e allevatori locali (questa è una delle nostre soluzioni preferite, perchè si risparmia e perchè conosci le persone che maneggiano il tuo cibo e anzi, non vedono l’ora di raccontarti come fanno i loro formaggi, come vivono i loro polli, cos’hanno raccolto quella settimana nei loro campi);
- Comprare direttamente dal contadino: io abito in città e non ho nessun contadino accanto, ecco perchè vado al mercato di agricoltori e allevatori locali, che si tiene una volta a settimana qui vicino, ma se voi avete un contadino per amico, avete una risorsa!
- il negozio sfuso e alla spina. Questo è una new entry e ci ha proprio svoltato la vita. Qui a Vicenza c’è Il granaio di Eva e Nadia e ci trovo tutto il resto che mi occorre: farine, cereali in chicco, pasta, frutta secca ed essiccata, legumi, tè, caffè macinato al momento, semi, miele, ecc… si mette tutto nei sacchetti di carta marrone e, se li conservi, la volta successiva puoi riutilizzarli. Anzi, sapete una cosa bellissima? Lì hanno due bilance. Quella classica su cui posi il sacchetto, pesi, viene emesso l’adesivo col prezzo da attaccare sul sacchetto. E quella ancor più classica ma che per noi è inconsueta, in cui posi il sacchetto sul piatto, digiti il prezzo al chilo e scrivi il totale a penna sul sacchetto: non produci l’adesivo! Ditemi voi se non è una figata!
- Vino: lo beve solo mio marito e lo prende sfuso in una cantina vicino al lavoro, diciamo che il reperimento del vino in Veneto non è proprio un problema;
- Olio: lo prendiamo direttamente in frantoio a Creta, torniamo a casa coi taniconi e poi travasiamo nelle bottiglie di vetro. Facciamo la scorta per tutto l’anno. E’ bello andare nei piccoli frantoi vicino ai campi, lì hai modo di vedere che si tratta proprio di olio d’oliva prodotto tra quelle meravigliose distese di alberi, terra rossa e sole;
- resta fuori davvero poco e son tutte cose che di solito vengono vendute in barattoli di vetro: tahina (mio marito l’adora), qualche marmellata (che si potrebbe autoprodurre), yogurt (io prendo quello naturale in confezione grande, e anche questo si potrebbe autoprodurre)… non mi viene in mente altro. Quello per cui non abbiamo ancora trovato un’alternativa è il latte: vaccino o vegetale, lo trovo solo in tetrapack, c’era una volta in zona un distributore alla spina self-service, ma non c’è più! Voi, avete suggerimenti?
- Mi soffermo un attimo sul caffè: noi, come vi dicevo, ce lo facciamo macinare sul momento al negozio sfuso, ma usiamo anche le capsule in alluminio della Nespresso. Ecco, se anche voi prendete le capsule, mi sento proprio di dirvi: portatele nei punti di raccolta per riciclarle! Nespresso ha un programma che si chiama Positive Cup: l’alluminio viene riciclato completamente e il caffè residuo viene trasformato in fertilizzante che si usa in campi di riso destinato al Banco Alimentare.
Insomma, adottare queste abitudini significa adottare uno stile di vita più sano e consapevole e più rispettoso dell’ambiente (e quindi anche per noi, perchè è nell’ambiente che viviamo). Si risparmia e si recupera una dimensione dialogica e personale nel fare la spesa. Un’obiezione che mi hanno fatto e che è indubbiamente vera, è che al supermercato compri tutto in una volta e non ci pensi più. Si risparmia tempo. Ed io non mi sento certo in diritto di salire su un pulpito e dirvi come usare il vostro tempo. Mi sento solo di suggerirvi di pensarci su, di vedere se potete trovare luoghi, modi e abitudini alternativi e, soprattutto, senza sentirvi obbligate a “dover cambiare tutto”. Un piccolo cambiamento vale più di nessun cambiamento, quello che in questo momento è più nelle nostre corde, più vicino, più raggiungibile. Vi ricordo che anche nel nostro caso il negozio dov’è tutto sfuso è entrato da poco nelle nostre vite, quindi io non sono qui a giudicare proprio nessuno, solo a raccontare la nostra esperienza.
E se avete suggerimenti, come sempre, sono in ascolto e vi ringrazio!
Cinzia Mamma dice
Ciao Anna, di solito ti scrivo su Ig ma dopo il tuo invito a leggere questo post che aspettavo ? voglio proprio dirti cosa ne penso.
Credo che al giorno d’oggi fare determinate scelte sia “coraggioso”, noto che ultimamente si parla molto di zero sprechi, scelte alimentari consapevoli, meno plastica ecc… sembra quasi che tutti si mobilitino a rivoluzionare il mo(n)do di vivere ma poi fondamentalmente non si fa abbastanza.
Io per prima mi sono spesso ripromessa di cambiare alcune abitudini che in parte riesco a fare anche se con qualche interferenza. Faccio quasi tutto in casa, pane, pizza, dolci, biscotti, ecc. ma credo di poter fare di più riguardo all’acquisto di detergenti e varie. A questo proposito aspetto qialche informazione in più sullo shampoo secco e affini.
Ti tengo aggiornata ?
Bacioni, Cinzia.
Anna dice
Ciao Cinzia! Grazie per le tue osservazioni e sì, ho in programma di raccontare come ci siamo organizzati per le pulizie e anche per l’igiene personale.Ma siccome sono meno rodata su questi aspetti , rispetto all’alimentazione, aspetto di aver fatto un po’ di test e di essermi documentata di più, così posso raccontarvi la mia esperienza diretta (finora, devo dire, più che positiva).
Giulia dice
Ciao Anna! È sempre bello leggerti, e queste parole mi sono d’ispirazione per nuove e sane abitudini ?
A Bergamo, tra l’altro, oltre ai distributori di acqua ci sono anche le casette del latte fresco…non penso sia esclusiva di questa provincia, quindi probabile che ce ne siano in giro! ☺️ e mia mamma – che ti adora – le capsule della Nespresso le fa diventare dei bijoux dolcissimi!
Sono i piccoli gesti che fanno la differenza, grazie ☀️
Anna dice
Giuliaaaa! Ma io voglio vederli i bijoux di tua mamma (salutamela!). Qua purtroppo la casetta del latte non c’è più… e quando c’era non pensavo di usarla. Mannaggia!
Valentina dice
Bravissima Tuli! Devo dire che molte di queste pratiche le seguo già ma è vero che a volta ci si lascia prendere dal “non ho tempo, mi fermo al super e via!”
Quello che sto cercando di cambiare nella mia testa è proprio questo concetto: fare la spesa per me deve essere un piacere e, come dici tu, un momento di confronto, scambio e arricchimento. Quindi, niente più scuse, molto più impegno! Baci
Anna dice
Eh capisco benissimo! Mille giri, mille cose da fare, a volte la comodità o la velocità prevalgono perfino sul piacere! Ma forse, si può rendere quel piacere così piacevole da non volervi rinunciare. Per esempio, io vado a piedi da un fruttivendolo un po’ più lontano rispetto a quello che avrei più vicino a casa, perchè è molto più simpatico e la moglie ti dà sempre tanti consigli su come cucinare certe verdure, e poi, per andarci, si attraversa un ponte pedonale in pietra che adoro… che ne dici?
Michela dice
Tuli vi ammiro un sacco! Noi nel nostro piccolo per ora abbiamo eliminato le bottiglie di acqua in plastica….purtroppo nella nostra zona l’acqua del rubinetto non è buona allora abbiamo deciso di fare un’investimento….abbiamo comprato quei depuratori da mettere sotto al lavello per avere acqua buona e sanificata. Il non veder più bottiglie in giro mi riempie il cuore e mi fa star bene!
Anna dice
Ciao Michela! Noi usiamo l’acqua del rubinetto, ma questa cosa del depuratore mi incuriosisce molto… dovrei indagare, magari sarebbe meglio metterlo lo stesso! Ti ricordi che marca avete preso voi?
Michela dice
Si chiama Acqualife, vengono a mostrarti il prodotto e fanno delle prove per vedere la durezza dell’acqua che esce dal rubinetto e dal grado di “sporcizia”….naturalmente quella che non si vede ad occhio nudo….però ripeto qui da noi (provincia di Pisa) l’acqua è proprio pessima ?
Chicca dice
Mi piace quello che hai scritto! Io credo che tanti piccoli gesti valgano molto più del “da domani cambio vita” che poi non si fa mai. Io fruttivendolo, panettiere, acqua del rubinetto (ho il depuratore, ma alla fine mi pare inutile, diciamo una specie di fregatura legale, a meno che non si viva in zone particolari), un po’ di uova del contadino (vivo in campagna) e in estate orto (dei vicini, che regalano sempre la loro sovrapproduzione, perchè io non sono proprio capace di coltivare qualcosa più delle erbe aromatiche), torte e biscotti fatti in casa, mai cibi pronti…. Però c’è tanto spazio ancora per migliorare. Purtroppo non trovo più a distanza accettabile (se bisogna fare km in auto tanto vale!) i detersivi alla spina, un vero peccato. Seguo con molto interesse tutti i tuoi post, continuiamo a confrontarci, lo trovo bellissimo!
Daniela Balducci dice
Ciao Anna!
Nel mio ridente paesucolo non sanno ancora fare la raccolta differenziata, figuriamoci il resto!
Riciclo le bottiglie di vetro dell’olio per prendere l’acqua alla casetta comunale, perché quella del rubinetto ha spesso il sapore di disinfettante. Preparo pane, pizza, biscotti, torte con farine integrali o poco raffinate e ho da poco acquistato un piccolo elettrodomestico per il sottovuoto; in questo modo compro affettati e formaggi al banco e poi li suddivido nei sacchetti lavabili. Purtroppo al lavoro mio marito ha il tempo di mangiare solo un panino, ma cerco di limitarli farcendo con frittate e hamburger. Vorrei tanto la casetta del latte!
Autoproduco saponette, ma devo migliorare su altri saponi e detergenti per la casa. Almeno acuisto quelli meno inquinanti nella confezione ricarica.
Piccoli gesti da condividere per sensibilizzare le persone. A presto, ciao
Daniela
Grazia Betti dice
Scopro x caso il tuo blog e sono felice di trovare qualcuno che adotta il mio stile di vita: non si butta niente, si ricicla tutto il possibile, si recupera, si riusa, non si spreca!
Attenzione per l’ambiente e, perché no, anche al portafoglio.
Autoproduco detergenti, faccio il pane in casa, uso il composter, coltivo un piccolo orto, recupero vecchie lenzuola, con scarti di legno costruisco mensole ed altro. Insomma, DIY sempre e per sempre!
Se ti va di fare un salto sul mio neonato blog, potrai vedere i miei lavori quasi tutti improntati con questo spirito.
A presto! Un abbraccio
leloisa dice
Ciao Anna! Noi lo yogurt lo facciamo in casa con la yogurtiera e viene buonissimo!
Per quanto riguarda il latte alla spina, hai provato a dare un’occhiata qui? https://www.milkmaps.com/
Tullia dice
Buongiorno Tuli sto diffondendo i tuoi #consigliocontento e rileggendo l’articolo sulla spesa alimentare #zerowaste mi sono ricordata che a proposito delle capsule per il caffè , Altromercato le ha totalmente riciclabili oppure ha una capsula di plastica che puoi riempire col tuo caffè preferito e poi lavare e quindi riutilizzare un sacco di volte.
Comunque a parte tutto è proprio bello questo movimento che si sta creando, mi fa sperare nell”umanità ! Brava hai avuto una grande idea. Grazie ??
anna dice
Ciao Anna,
noi il latte vegetale lo facciamo in casa utilizzando il bimby (si può usare anche il frullatore). Lo faccio di tutti i tipi soia , mandorle, cocco, pistacchio, nocciola etc….
La proporzione generalmente è 100 gr di frutta oleosa per 1 lt di acqua.
Frullo tutto e poi filtro con un asciughino di cotone. La parte solida che resta si chiama okara . La lascio essiccare e la riduco in polvere utilizzandola poi per polpette dolci o in qualsiasi ricetta.
Ricordo che c’è anche un attrezzo molto comodo che si chiama chufa mix. Personalmente non l’ho mai preso perchè sarebbe stato un surplus, però potresti guardare.
Grazie per i tuoi consigli.
Buona giornata
Anna
Anna dice
Ciao Anna! Grazie per l’informazione, sarà molto utile a chi legge e ha il Bimby! Un abbraccio, Anna