Da qualche mese mi sono letteralmente invaghita dei bento: sono i cestini per il pranzo giapponesi, quelle scatole, spesso divise in scomparti, che siamo abituati a vedere nei manga o nei cartoni animati. Spesso ci sono il Toshio o Nobita di turno che si ingozzano di riso ficcando tutta la faccia nelle ciotole, mentre i chicchi schizzano in ogni dove e gli rimangono appiccicati alle guance come bianche moschine.
Ma è stato leggendo Hello Tokyo di Ebony Bizys (la coloratissima craft blogger di Hello Sandwich) che la filosofia del bento perfetto mi ha conquistata. Nel libro è spiegato che per comporre un bento ideale bisognerebbe seguire 5 set di 5 regole:
5 colori: rosso, giallo, verde, bianco e nero
5 metodi di cottura: lesso, fritto, grigliato, a vapore, creativo
5 sapori: salato, dolce, agro, piccante, speziato
5 sensi: deve soddisfarli tutti, vista, udito, tatto, olfatto e, ovviamente, gusto
5 punti di vista (questo punto non l’ho ancora capito, ma si tratta di una serie di consigli buddisti per approcciarsi al cibo con lo stato mentale giusto – non come me che penso solo “Gnamme, pancia mia fatti capanna!”)
Tutte queste regole per un “pranzo al sacco” che finisce in pochi minuti? Sì! Ma nonostante l’apparenza rigida, preparare il bento è un’attività che può essere piena di libertà, di fantasia e di attenzione.
No, se stai per chiedermelo: io non sono capace nemmeno di fare un bento “normale”! Ci ho provato eh, ma faccio delle robe schifide in cui alla fine mi riduco a piantare delle olive come occhi e un dattero come naso in una specie di palla di riso sformata (le tuliamiche iscritte alla newsletter gentile lo sanno bene). Prima o poi mi ci metto seriamente, giurin giurello! Intanto ho comprato questo libro che è pieno di ricettine sfiziose. E mi sono fatta spedire dal lontano Oriente queste cosette da donna matura e di un certo spessore:
E poi ho tre chicche per te, se ti sei lasciata affascinare almeno un pochino da questi a volte buffi a volte raffinati cestini. Tre profili instagram da non perdere!
bentodays_ e bentomonster (che ogni tanto mi mandano in brodo di giuggiole coi Totoro bento!)
Non ti viene voglia di assaggiarli?
aldabra hagen dice
Assaggiarli? E rovinarli ?!? Non potrei mai!
Anna dice
ahah, hai ragione! Ma pensa che farebbero la muffetta dopo qualche giorno… meglio in pancia! (ok lo confesso, finirò nel girone dei golosi)
Silva dice
Anni e anni fa ho avuto anche io la bento-mania, ho comprato una serie di attrezzature che uso ancora adesso. Il problemone per me era che erano troppo piccoli per soddisfare un pranzo! 🙂 Poi li sbatacchiavo tutti nel tragitto casa-ufficio e al momento dell’apertura erano praticamente tutti delle insalate di riso 😀
Anna dice
ahahah Silvia! Forse è per quello che i Giapponesi fanno i portabento?