L’anno scorso ho usato per la prima volta un bullet journal e l’ho fatto non perchè fossi curiosa o volessi provare, anzi, a malapena sapevo di cosa si trattasse, ma perché una mia amica me ne ha regalato uno (di Flying Tiger) e non mi andava di sprecarlo. Lo sapete che ci provo, ad essere più zero waster possibile, e alla mia anima ecologista sembrava troppo uno spreco averlo e non usarlo e comprarsi un’agenda come gli altri anni. Temevo che usare il bullet fosse un’impresa titanica, perché le foto e i video che avevo visto fino ad allora, raffiguravano pagine molto dipinte, decorate, alcune erano delle vere e proprie pagine di art journal e invece per me l’agenda non è un posto per dipingere e disegnare, ma uno strumento pratico su cui poter scarabocchiare, cancellare e farci dei segnacci, con una scrittura brutta che capisco solo io, se capita. Ma, ad un primo, superficiale approfondimento su cosa sia un bullet journal in pratica, ho capito che la parte decorativa ed artistica non c’entra, la fai se vuoi, se ti aiuta a concentrarti e a chiarirti le idee, ma per fare un bullet bastano un quaderno ed una penna. E così ho fatto. Un pomeriggio d’agosto mi son seduta e ho disegnato tutto il quaderno a mo’ di agenda 2019-’20 (io mi trovo bene con le agende che vanno da settembre a settembre). Sono stata molto molto minimal. Nessun decoro, nessun ghirigoro, nessun colore: poche linee fatte tutte con una penna nera dalla punta molto sottile (di Muji), i numeri e i nomi dei giorni, i mesi. Oltre alle pagine dell’agenda, ne avevo dedicata qualcuna al business plan che faccio tutto gli anni, sempre in estate: gli obiettivi, il planning annuale, le idee volanti e poco altro. Però, ormai, mi era entrata la pulce nell’orecchio e sentivo che questo bullet journal poteva essere più di un’agenda, poteva essere uno strumento utile e un modo ordinato e non dispersivo per tracciare impegni, idee, obiettivi e non perdersi per strada. Che poi le cose da fare sono sempre tante, la testa va a mille all’ora e non è poi così difficile, perdersi per strada. Così, quest’anno, mi sono presa in anticipo e, come mi avevate consigliato in tante, ho letto il libro di Ryder Carroll, l’inventore del metodo.
Su cosa siano il bullet journal e i suoi strumenti, non mi soffermo, perchè online si trova tutto, vi consiglio di tenere come punto di partenza il sito ufficiale in italiano. Però vi voglio raccontare cosa mi è piaciuto del libro e che mi ha aiutata ad impostare il nuovo bullet journal 2020-’21. E vi faccio vedere come l’ho impostato.
I concetti che più ho apprezzato e che voglio tenere come guida, non sono “scoperte di Carroll”, lo dice anche lui stesso, che mette insieme riflessioni, strumenti e soluzioni che provengono da tanti posti, metodi, filosofie e scuole di pensiero diverse. Diciamo che lui fa un mash up di quello che ritiene più efficace. E, del suo mash up, quest’anno mi voglio concentrare su questi aspetti:
FUTURE LOG
Siccome quest’anno ho deciso di non disegnare già tutta l’agenda, perché non posso sapere ora quali pagine vorrò inserire nel corso del tempo, ho preparato il future log, cioè il calendario del 2020-’21 con uno spazio per appuntare gli impegni dei mesi futuri, da trasferire poi nelle pagine dell’agenda quando ci saranno.
RIFLESSIONE MATTINA E SERA
Si tratta di soffermarsi qualche minuto, ogni mattino e ogni sera, a fare il punto sulla giornata che mi attende o che è appena trascorsa, è un momento di riflessione tutto per sè. Il momento per farsi le domande giuste: cosa voglio fare? Perché voglio farlo? L’ho fatto? E com’è andata? E’ un momento di esplorazione, per mettere a fuoco cosa sia davvero importante per noi e cosa, invece, lasciare andare. Per aiutarmi a mantenere questi due appuntamenti di riflessione quotidiana, ho impostato le pagine così: vista settimanale su due pagine, in alto i giorni, in basso uno spazio vuoto, dove prendere appunti e scrivere le mie annotazioni.
SIGNIFICATO ED INTENZIONE
Sono concetti strettamente collegati alla riflessione. Che cosa è davvero significativo? Non c’è una risposta uguale per tutti, ma a volte, presi dai tanti impegni quotidiani, si vive col pilota automatico inserito, in maniera passiva, affannandoci (o adagiandoci) nella solita routine, nelle consuete abitudini. Ma magari là, fuori dalla comfort zone, c’è una versione di noi più autentica e piena e luminosa. Personalmente, non so voi, ma io mi diverto un sacco, ad uscire dalla comfort zone, anche se ogni volta mi ca@o sotto e mi faccio mille paranoie, ma son curiosa come una scimmia di vedere come andrà, tanto che, quando un’amica mi ha chiesto quale fosse la mia comfort zone, ho risposto che si trova fuori dalla comfort zone. Ci godo, insomma, a mettermi in discussione, non in maniera polemica, ma perché è vero che si può non si smettere mai, di fiorire. Dunque, perché non mettermi ancora più a fuoco? Per mantenere lo sguardo sulla Tuli che voglio essere, ho dedicato alcune pagine agli obiettivi. Una pagina è come una mappa mentale e ciascun ramo indica uno dei campi che voglio approfondire nei prossimi mesi. Per ogni ramo, poi, ho preparato una pagina apposta, su cui annotare, fare liste, scrivere idee.
IKIGAI
Avevo letto tutto un libro sull’ikigai e me lo sono anche dimenticato, o forse, semplicemente, non ero pronta. Per fortuna Carroll mi ha ricordato perché, all’epoca, mi aveva affascinata: l’ikigai è un concetto giapponese ed è il punto d’incontro tra ciò che ci riesce bene e ciò che amiamo fare, ma anche ciò di cui gli altri possono aver bisogno da parte nostra e anche qualcosa che sia un lavoro. Insomma, un bel mix tra passione, professione, vocazione e missione. Spesso mi ci sento dentro, nel mio ikigai, ma in maniera sfuggente e invece vorrei viverlo con più pienezza e consapevolezza. Alla fine di ogni mese, dedicherò una pagina a quest’argomento, come una mega-riflessionona.
RADIANZA
Questa radianza mi è piaciuta tantissimo. E’ la nostra capacità di influenzare il mondo. Possiamo farlo in maniera positiva, ma anche in maniera negativa (per esempio, pensate a quando qualcuno accanto a noi è arrabbiato e di malumore: anche noi ne risentiamo. “Ciò che irradiamo è spesso il riflesso di ciò che avviene dentro di noi”, dice Carroll. Non ci avevo mai pensato, ma per me la parola dell’anno è sempre stato un modo per essere radiante. Gentilezza, cuorcontento, zero waste, raccontastorie… quante cose abbiamo fatto insieme grazie a queste parole! E quanto mi sono sentita arricchita. Dunque, ho dedicato una pagina del bullet alla scelta della mia parola dell’anno 2021, ci farò brainstorming ogni volta che ne avrò bisogno, e ne ho già una che continua a spuntar fuori, chissà se sarà proprio lei, a restare!
“Se vuoi fare qualcosa, il momento migliore per iniziarla è adesso”
C’è scritto così, da qualche parte nel libro, in risposta alla domanda “Quand’è il momento migliore per iniziare un bullet journal?” Ecco, devo dirvi che prendermi questo tempo per riflettere, mi ha messo addosso una bellissima energia, mi ha aperto dei pori di pensiero libero e creatività che si erano un po’ opacizzati e quindi, perché aspettare settembre, per cominciare a mettere in pratica tutti questi stimoli? Così, con un po’ di titubanza all’inizio, ma con convinzione poi, come forse avrete notato, il mio bullet quest’anno parte da agosto!
La bellezza di questo strumento è proprio la possibilità di usarlo come, quando e quanto mi pare.
Nel bullet ci saranno, ma non le ho ancora preparate, una pagina dedicata al planning annuale e una alla meditazione, perché sono curiosa di vedere se è vero, che se ti dedichi con costanza alla meditazione, ti fa bene al corpo e alla mente. Ho provato, qualche volta, ma mi son stufata subito, ora mi son scaricata un po’ di meditazioni guidate su Audible (da Meditare oggi) e vediamo se sarò capace di essere costante e, soprattutto, quali effetti avrà. Che io non mi sento né stressata, né ansiosa, e mi piace la mia testa turbinante di pensieri, quindi questa cosa della meditazione è proprio un fatto di curiosità, perché ne parlano così tanto che voglio capire.
Ci sentiamo l’anno prossimo per vedere come sarà andata!
Ora ditemi voi: avete mai usato un bullet journal? Se sì, come vi siete trovate? Se no, vi ha mai incuriosite e perché non avete ancora provato? Che cos’è che vi piace di più di questo metodo? Che cosa invece non vi convince?
la vale dice
Ciao! Io uso il bullet journal da 3 anni circa…che dire! mi aiuta a liberare la mente dai troppo impegni, lavorativi e familiari, e con la costanza di utlizzarlo quotidianamente vedo che non dimentico niente e sono anche più produttiva!
Anna dice
Ottimoooo! Io qualcosa ogni tanto mi dimentico, ma, di solito, guarda caso, son le cose che non metto nel bullet!
saralarossi dice
Ciao Anna, grazie per questo post.
Sono molto in linea con il tuo sentire e leggendoti mi sono accorta di quanto io abbia bisogno di un bullet journal (:
Un salto impegnativo ma non mi spaventa più ora che ho letto le tue emozioni. Potrò personalizzarlo sulla mia quotidianità, inserendo dei piccoli obiettivi da portare avanti.
Una volta realizzato cercherò di scrivere due riflessioni per ricordarmi il motivo per cui ho iniziato, sperando di non perdermi. Buon agosto!
Anna dice
Mi sembra ottima l’idea di autoricordarci perché abbiamo iniziato! Grazie!
saralarossi dice
Devo dire che è una grande scoperta! Non mi perdo più tra le cose da fare e ho ottimizzato le mie ore di lavoro. Grazie